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L'eredità professionale di Sergio Pininfarina, un "artigiano prestato all'industria"

Intervista esclusiva al designer fiorentino Luca Dini

Innovatore appassionato, artigiano e artista, imprenditore tenace, progettista di raro talento. Il tratto creativo di Sergio Pininfarina ha lasciato il segno come pochi altri, tracciando una nuova strada per i giovani designer italiani. E ora che il figlio del carrozziere torinese si è spento, i suoi motori continuano a rombare: la sua eredità più importante, per il noto designer fiorentino Luca Dini, 45 anni, è il coraggio.


Su Yahoo! Notizie: lo speciale dedicato a Sergio Pininfarina



“Pininfarina non ha smesso un attimo di crederci, di creare, di sognare, di far ardere il fuoco che aveva. Ci ha creduto sempre ed è diventato un genio, un esempio”, dice a Yahoo! Finanza il progettista fiorentino, conosciutissimo in campo internazionale e specializzato in nautica. Ma anche designer nel settore automobilistico (ha collaborato con case del calibro della Lancia in occasione del Lancia Delta Yacht Design Concept), fino ad arrivare alla progettazione di interni per jet privati.

La determinazione di Pininfarina ha svolto un ruolo essenziale per il suo successo?
“Sicuramente. Ha avuto il coraggio di non farsi travolgere dai tempi, di superare i limiti economici, di andare avanti. La sua storia è simile a molte altre, minori e meno note. Pininfarina, pensi, aveva inventato un’auto e non aveva nessuno che credeva in lui. Ricordo ancora quando non potendo permettersi di partecipare al Salone di Parigi, per far vedere al mondo la sua creazione, si mise alla guida della sua macchina e la portò lì fuori: la parcheggiò davanti all’ingresso. Era un genio ed è un maestro per tutti noi”.

Non solo nel design quindi.
“Anche nel suo modo di rapportarsi con il mercato, di capire la potenzialità del made in Italy. Ci ha insegnato molto e il suo pensiero era molto vicino al mio: c’è troppa gente che si piange addosso ma non dobbiamo fermarci. C’è spazio per fare molte cose e c’è posto per tutti. All’estero ci apprezzano moltissimo. Sono tornato dal Giappone l’altro ieri e ho avuto l’ennesima conferma. La percezione in Italia delle nostre potenzialità è sbagliata. Fuori dai confini ci vedono come siamo: persone in grado di portare vera innovazione e progetti unici. Siamo noi che dobbiamo crederci”.

Pininfarina ci credeva, era appassionato. Anche per questo è stato un personaggio chiave nel panorama nazionale e internazionale?
Non si è mai fatto scoraggiare. Sapeva che c’è sempre bisogno di costruire, di pensare, di inventare qualcosa di nuovo. Chi è abituato a lavorare con l’estero deve essere cosciente di avere un asso nella manica, di avere una marcia in più. Lui l’aveva”.

E riuscendo a far conoscere le sue auto esportava anche il made in Italy…
“E’ stato l’esempio perfetto del modo di esportare il made in Italy. Partendo dalla sua città, seguendo i suoi sogni, attingendo dall’arte e dall’ambiente che lo circondava. Saper attingere dalla storia è fondamentale per creare novità. Per me tornare a Firenze, girare per il centro e fare quello che chiamo ‘un pieno d’arte’ mi rende capace di dare, di inventare. I designer italiani devono aprirsi al mondo e non andare a sfruttare il mercato estero ma portare il nostro bagaglio, esportare il nostro sapere. Chi si occupa di arte e design, questo approccio ce l’ha dentro”.

Tra le tante cose che Pininfarina ha regalato al mondo in fatto di design ce n’è qualcuna in particolare che ha a cuore?
“Moltissime. La storia di Pininfarina è meravigliosa, la conosco molto bene e i suoi insegnamenti sono stati e sono preziosissimi. Ne parlavo pochi mesi fa a casa di Giugiaro. Le auto hanno un design simile per certi versi a quello degli yacht: la ricerca della linea perfetta ci accomuna tantissimo. Noi attingiamo molto dal car design e loro dalle finiture e dai dettagli di alcune imbarcazioni. Fra nautica e auto ci sono influenze fortissime”.


Foto: auto e oggetti di design Pininfarina passati alla storia


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Quali grandi nomi rimangono oggi?
“Ce ne sono alcuni, è indubbio. Non solo nel settore della progettazione di automobili. Renzo Piano è un grande maestro, uno dei geni. Valentino Garavani è un altro esempio di mente brillante. Mentre studiavamo la progettazione del suo yacht ci siamo confrontati sul design. Ha una marcia in più, qualcosa che non si può spiegare. Come Pininfarina: alcune auto che ha disegnato sono paragonabili a vere opere d’arte. La mia paura è una sola: che gli insegnanti delle nuove leve non siano di questo livello. Per troppo tempo si è pensato a sistemare il professore universitario perché appartenente a una corrente politica o ad un’altra, perché amico di qualcuno. Oltre al coraggio ci vogliono persone capaci e non basta studiare una vita: bisogna sentirlo dentro. Fare come Pininfarina, essere artigiani prestati all’industria, non industriali.