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ESCLUSIVA-Covid-19, Usa valuta revoca restrizioni viaggi per Paesi europei - fonti

Dei passeggeri con indosso la mascherina si fanno un selfie all'aeroporto Charles de Gaulle a Roissy,

di David Shepardson

WASHINGTON (Reuters) - La Casa Bianca sta valutando la possibile revoca dei divieti d'ingresso negli Stati Uniti per gli stranieri che sono stati di recente in Brasile, nel Regno Unito, in Irlanda e in altri 26 paesi europei.

Lo hanno riferito a Reuters cinque funzionari statunitensi del governo e del settore aereo.

L'amministrazione Trump ha imposto le restrizioni per tentare di contenere la pandemia di coronavirus. Non sta considerando al momento la revoca dei divieti per la maggioranza dei cittadini stranieri che si sono recati di recente in Cina o in Iran, aggiungono le fonti.

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Secondo i funzionari a conoscenza della situazione, il piano ha ricevuto l'appoggio dei membri della task force della Casa Bianca contro il coronavirus, delle agenzie di sanità pubblica e federali. Tuttavia, il presidente Donald Trump non ha ancora preso una decisione finale e le tempistiche sono ancora incerte.

La Casa Bianca, il Dipartimento della sicurezza interna e i Centri di prevenzione e controllo malattie (Cdc) non hanno commentato l'indiscrezione.

Molti funzionari dell'amministrazione ritengono che le restrizioni non hanno più senso, considerando che molti Paesi del mondo non sono più soggetti a divieti d'ingresso. Sostengono quindi che la revoca delle restrizioni stimolerebbe il fragile settore aereo statunitense, che ha visto un calo del 70% dei viaggi internazionali, secondo un recente studio.

Trump potrebbe ancora scegliere di non revocare le restrizioni, considerando l'alto numero di contagi da coronavirus in Europa.

Uno dei potenziali ostacoli è il fatto che probabilmente i Paesi europei non permetteranno immediatamente l'ingresso ai cittadini americani, secondo i funzionari.

I Paesi europei che sono soggetti alle restrizioni d'ingresso negli Stati Uniti includono i 26 membri della zona Schengen, che consente gli spostamenti al proprio interno.

Le restrizioni statunitensi contro la maggioranza dei visitatori europei sono valide da metà marzo, mentre quelle contro il Brasile sono state imposte a maggio. Trump ha adottato il primo divieto il 31 gennaio, contro i visitatori non americani provenienti dalla Cina, a cui poi ne è seguito uno contro l'Iran a febbraio.

Le restrizioni impediscono l'accesso alla maggioranza dei cittadini stranieri che sono stati nei Paesi interessati nei 14 giorni precedenti, anche se il dipartimento di Stato ha concesso "eccezioni d'interesse nazionale" legate a "spostamenti per scopi umanitari, di risposta alla sanità pubblica e di sicurezza nazionale".

Gli Stati Uniti hanno anche approvato eccezioni per alcuni viaggiatori europei per motivi d'affari, investitori, accademici, studenti e giornalisti.

Quasi tutta l'Europa impedisce l'ingresso ai viaggiatori statunitensi, mentre il Regno Unito e l'Irlanda consentono le visite ai cittadini americani, a patto di sottoporsi a una quarantena di due settimane al loro arrivo. Il Brasile, invece, consente l'ingresso ai viaggiatori Usa.

(Tradotto da Redazione Danzica, in Redazione a Milano Cristina Carlevaro, enrico.sciacovelli@thomsonreuters.com,+4858775278)