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Esodati: mistero senza fine

Che la questione degli esodati fosse un nodo cruciale per il Governo era chiaro da tempo, già in fase di proposta del decreto e quindi di presentazione dello stesso: il tira e molla sui numeri va avanti da parecchi mesi e se prima sembrava che il braccio di ferro fosse solamente fra il Ministro Elsa Fornero e i sindacati, qualche giorno fa è sceso in campo anche l'Inps: secondo l'istituto previdenziale la sottostima del Ministro sarebbe stata ancora più grave  che aveva stimato la platea degli esodati in 400.000. Molti più di quanto sostenesse la Cgil e ovviamente molti più della stima da 65.000 del Ministro, che aveva usato parole poco gentili nei confronti dell'istituto.

Leggi le stime, i numeri, i punti del decreto.

Ora, Elsa Fornero, che ha davvero tutti contro – è chiamata al chiarimento, prima in Senato (visto che il Pd ha vincolato il proprio consenso all'approvazione della riforma del lavoro alle certezze su quei lavoratori che sono rimasti senza lavoro e senza pensione, non certo per colpa loro) e poi con i capigruppo della maggioranza, insieme ai relatori del disegno legge.

Nel frattempo, intervenendo telefonicamente al convegno Occupazione e Welfare il Ministro ha detto, molto laconicamente, ma utilizzando una retorica che è già stata proposta più volte da questo governo, che non ci sarà spazio per «dogmatismi» e che, comunque, la riforma verrà valutata in fase esecutiva.

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Il punto è che una nuova stima non fa che confermare l'errore di valutazione: questa volta, è un'indagine della Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro, che offre numeri per nulla distanti da quelli stimati dall'INPS: sono 390 mila, di sicurno non scendono sotto i 370. E' il Presidente della Fondazione, Rosario De Luca, a dire a Repubblica: «Se è vero che 65 mila lavoratori sono stati salvaguardati dal decreto, ne restano almeno altri trecentomila che in virtú della normativa vigente si ritroveranno presto 'esodati' in attesa della pensione senza aspettare le nuove regole previste dal dicastero guidato da Elsa Fornero».

Così, l'esecutivo – che vuole ottenere il via libera alla riforma prima del 28 giugno, giorno in cui si apriranno i lavoro del Consiglio europeo – ha, oggettivamente, un piccolo problema: quello di recuperare la propria credibilità sul tema. Che influenza anche la propria credibilità generale.



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