Esselunga, l'impero di Caprotti: il nodo successione
Se ne è andato a 91 anni, dopo aver costruito un impero. Ma, ora, è proprio il futuro dell'Esselunga al centro dell'attenzione. Perché Bernardo Caprotti aveva dato mandato a vendere i suoi supermercati, ma è morto prima di poter chiudere le trattative. E, così, ecco che tornano in gioco i figli, coloro con cui Caprotti ha combattuto per anni in tribunale per non farli entrare nella sua azienda.
L’impero di Caprotti, a cominciare dall’Esselunga controllata dalla holding Supermakets Italiani, vale 6 miliardi e ora questo impero verrà diviso dagli eredi. Cioè i figli avuti con la prima moglie, Giuseppe e Violetta, la terza figlia Marina Sylvia e la seconda moglie, Giuliana Albera. Per legge a lei andrà il 25% dell'impero di Caprotti, mentre i tre figli si dovranno accontentare del 16,6%, con un ulteriore 25% che potrebbe fare la differenza.
E se in un primo momento il patron dell'Esselunga aveva pensato di concedere il 36% dei suoi averi a Giuseppe, dando il 32% ognuno alle due figlie, dopo la lunga battaglia legale avuta con Giuseppe e Violetta le cose sono cambiate. Difficile immaginare che Bernardo Caprotti abbia lasciato il restante 25% dell'eredità ai primi due figli, più probabile che venga dato alla seconda moglie e, forse, a Marina Sylvia. Tradotto: la nuova famiglia di Caprotti dovrebbe avere il 66,6% dell'impero, contro il 33,4% dei figli di primo letto.
Un 33% che darà a Giuseppe e Violetta il diritto di veto su ogni decisione presa per quel che riguarda il futuro di Esselunga. E i possibili compratori dovranno fare i conti con tutto ciò.