Annuncio pubblicitario
Italia markets close in 3 hours 38 minutes
  • FTSE MIB

    34.174,47
    -96,65 (-0,28%)
     
  • Dow Jones

    38.460,92
    -42,77 (-0,11%)
     
  • Nasdaq

    15.712,75
    +16,11 (+0,10%)
     
  • Nikkei 225

    37.628,48
    -831,60 (-2,16%)
     
  • Petrolio

    82,97
    +0,16 (+0,19%)
     
  • Bitcoin EUR

    59.664,59
    -2.337,09 (-3,77%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.356,66
    -25,91 (-1,87%)
     
  • Oro

    2.342,20
    +3,80 (+0,16%)
     
  • EUR/USD

    1,0723
    +0,0022 (+0,20%)
     
  • S&P 500

    5.071,63
    +1,08 (+0,02%)
     
  • HANG SENG

    17.284,54
    +83,27 (+0,48%)
     
  • Euro Stoxx 50

    4.947,10
    -42,78 (-0,86%)
     
  • EUR/GBP

    0,8568
    -0,0015 (-0,17%)
     
  • EUR/CHF

    0,9793
    +0,0009 (+0,09%)
     
  • EUR/CAD

    1,4653
    -0,0002 (-0,02%)
     

Esselunga, Carrefour, Coop: prezzi più alti e scaffali vuoti. Colpa della guerra?

Esselunga, Carrefour, Coop: prezzi più alti e scaffali vuoti. Colpa della guerra? (REUTERS/Flavio Lo Scalzo)
Esselunga, Carrefour, Coop: prezzi più alti e scaffali vuoti. Colpa della guerra? (REUTERS/Flavio Lo Scalzo) (Flavio Lo Scalzo / reuters)

Da quando è scoppiata la guerra Russia-Ucraina non si parla d'altro: i prezzi dei prodotti alimentari, e quindi non solo della benzina, sono aumentati e gli scaffali sono sempre più vuoti. Alzi la mano chi non ha sentito qualche amico o vicino di casa dire: "Sono stato all'Esselunga e non ho trovato l'olio di semi". Oppure: "Al Carrefour i prezzi dei beni di prima necessità sono aumentati". O ancora: "Perché alla Coop non c'è più la farina?", solo per citare qualche supermercato. Ma è davvero così? E la causa di questo aumento dei prezzi e della carenza di prodotti è davvero il conflitto?

LEGGI ANCHE: Guerra in Ucraina, Altroconsumo: "Italiani temono calo dei prodotti alimentari nei supermarket"

GUARDA ANCHE IL VIDEO: Ucraina, grano come oro. Aumentano i prezzi e i timori sulle esportazioni

Altroconsumo ha svolto una indagine sulla scarsa disponibilità di prodotti di prima necessità nei supermercati e sulle sue cause. E' venuto fuori che spesso è la preoccupazione dei consumatori, che li porta a comportamenti non necessari come fare approvvigionamento di beni per paura di non poterne più reperire, a causare gli scaffali vuoti. Infatti, tra il 50 e il 60% di chi ha risposto all'indagine di Altroconsumo ha ammesso di temere una minore disponibilità di prodotti.

ANNUNCIO PUBBLICITARIO

LEGGI ANCHE: Risparmiare su spesa, carburante e bollette: 10 semplici trucchi

A preoccupare, però, è l'aumento dei prezzi. Anche questo non è legato solo ed esclusivamente alla guerra. Secondo l'indagine di Altroconsumo, i prezzi erano già saliti prima del conflitto. Dall’inchiesta, basata sulle risposte di 1.500 consumatori, emerge quali sono i prodotti effettivamente meno disponibili presso supermercati, ipermercati e discount. Tra questi ci sono l’olio di semi di girasole, l’olio di mais e la farina bianca. Le scorte, però, non sono esaurite. Il problema è che si parla sempre più spesso di questi prodotti in relazione al conflitto e quindi i consumatori tendono a comprarne in misura maggiore rispetto al solito. Al momento, però, non sembrano esserci conseguenze impattanti sullo scenario produttivo.

GUARDA ANCHE IL VIDEO: Caro energia, allarme filiera mozzarella Dop

Tra gli intervistati, il 18% ha affermato di avere notato una carenza di branzini freschi e il 17% di orate fresche. Il motivo sarebbe legato allo stop dei pescherecci delle scorse settimane per il caro benzina.

LEGGI ANCHE: 10 suggerimenti di Altroconsumo per far fronte all’aumento dei costi dell’energia

Ma perché aumentano i prezzi? Secondo l'indagine di Altroconsumo, nell’ultima fase della pandemia la ripresa economica ha dovuto affrontare grossi problemi nel reperire alcune materie prime, perché molti paesi hanno dovuto affrontare eventi climatici straordinari che hanno portato a raccolti insoddisfacenti. Per esempio, sondati male i raccolti di frumento tenero in Canada. La guerra in ucraina si è aggiunta a questi fattori, poiché ha causato un’impennata dei costi energetici e sono aumentati i costi dei trasporti. Di conseguenza, prodotti da forno e dei pastifici, che richiedono un maggiore consumo energetico, ne hanno risentito.

LEGGI ANCHE: Esselunga, Coop, Carrefour, Famila, Conad: qual è il supermercato dove si risparmia di più?

GUARDA ANCHE IL VIDEO: Bonus benzina fino a 200 euro: ecco a chi spetta e come richiederlo

Altroconsumo ha concentrato la propria indagine analizzando i prezzi di 7 prodotti molto consumati dagli italiani: pasta di semola, farina 00, olio di oliva, zucchero da barbabietola, caffè in polvere, latte a lunga conservazione e passata di pomodoro. Sono stati registrati i dati di crescita dei prezzi fino al mese di febbraio 2022 (quindi a conflitto già iniziato) per capire se davvero la guerra in Ucraina ha portato a un'impennata di cui tutti hanno timore. In realtà il dato più significativo che emerge è che gli aumenti di prodotti come pasta, farina, olio extravergine d’oliva e zucchero sono in crescita costante già dallo scorso anno, rispettivamente del 14%, 11%, 9% e 7%.

LEGGI ANCHE: Preoccupazione crisi economica con guerra in Ucraina: il report di Altroconsumo

Gli aumenti dell'ultimo mese rilevato (febbraio), infatti, non indicano uno scatto in alto anomalo rispetto agli ultimi mesi. Anzi, per molti prodotti durante questo mese il prezzo a scaffale è persino diminuito: ad esempio quello della farina 00 (passata 0,74€ al chilo di gennaio allo 0,72€ al chilo di febbraio), ma anche dell'olio extravergine di oliva (passato da 4,39€ al litro ai 4,29€ al litro di febbraio).

LEGGI ANCHE: Ucraina, indagine Altroconsumo: " 93% cittadini preoccupato da rischio nuova crisi economica"

GUARDA ANCHE IL VIDEO: Fotovoltaico a casa, quanto costa e quanto conviene