Esselunga, Carrefour, Coop: prezzi più alti e scaffali vuoti. Colpa della guerra?
Da quando è scoppiata la guerra Russia-Ucraina non si parla d'altro: i prezzi dei prodotti alimentari, e quindi non solo della benzina, sono aumentati e gli scaffali sono sempre più vuoti. Alzi la mano chi non ha sentito qualche amico o vicino di casa dire: "Sono stato all'Esselunga e non ho trovato l'olio di semi". Oppure: "Al Carrefour i prezzi dei beni di prima necessità sono aumentati". O ancora: "Perché alla Coop non c'è più la farina?", solo per citare qualche supermercato. Ma è davvero così? E la causa di questo aumento dei prezzi e della carenza di prodotti è davvero il conflitto?
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Altroconsumo ha svolto una indagine sulla scarsa disponibilità di prodotti di prima necessità nei supermercati e sulle sue cause. E' venuto fuori che spesso è la preoccupazione dei consumatori, che li porta a comportamenti non necessari come fare approvvigionamento di beni per paura di non poterne più reperire, a causare gli scaffali vuoti. Infatti, tra il 50 e il 60% di chi ha risposto all'indagine di Altroconsumo ha ammesso di temere una minore disponibilità di prodotti.
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A preoccupare, però, è l'aumento dei prezzi. Anche questo non è legato solo ed esclusivamente alla guerra. Secondo l'indagine di Altroconsumo, i prezzi erano già saliti prima del conflitto. Dall’inchiesta, basata sulle risposte di 1.500 consumatori, emerge quali sono i prodotti effettivamente meno disponibili presso supermercati, ipermercati e discount. Tra questi ci sono l’olio di semi di girasole, l’olio di mais e la farina bianca. Le scorte, però, non sono esaurite. Il problema è che si parla sempre più spesso di questi prodotti in relazione al conflitto e quindi i consumatori tendono a comprarne in misura maggiore rispetto al solito. Al momento, però, non sembrano esserci conseguenze impattanti sullo scenario produttivo.
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Tra gli intervistati, il 18% ha affermato di avere notato una carenza di branzini freschi e il 17% di orate fresche. Il motivo sarebbe legato allo stop dei pescherecci delle scorse settimane per il caro benzina.
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Ma perché aumentano i prezzi? Secondo l'indagine di Altroconsumo, nell’ultima fase della pandemia la ripresa economica ha dovuto affrontare grossi problemi nel reperire alcune materie prime, perché molti paesi hanno dovuto affrontare eventi climatici straordinari che hanno portato a raccolti insoddisfacenti. Per esempio, sondati male i raccolti di frumento tenero in Canada. La guerra in ucraina si è aggiunta a questi fattori, poiché ha causato un’impennata dei costi energetici e sono aumentati i costi dei trasporti. Di conseguenza, prodotti da forno e dei pastifici, che richiedono un maggiore consumo energetico, ne hanno risentito.
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Altroconsumo ha concentrato la propria indagine analizzando i prezzi di 7 prodotti molto consumati dagli italiani: pasta di semola, farina 00, olio di oliva, zucchero da barbabietola, caffè in polvere, latte a lunga conservazione e passata di pomodoro. Sono stati registrati i dati di crescita dei prezzi fino al mese di febbraio 2022 (quindi a conflitto già iniziato) per capire se davvero la guerra in Ucraina ha portato a un'impennata di cui tutti hanno timore. In realtà il dato più significativo che emerge è che gli aumenti di prodotti come pasta, farina, olio extravergine d’oliva e zucchero sono in crescita costante già dallo scorso anno, rispettivamente del 14%, 11%, 9% e 7%.
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Gli aumenti dell'ultimo mese rilevato (febbraio), infatti, non indicano uno scatto in alto anomalo rispetto agli ultimi mesi. Anzi, per molti prodotti durante questo mese il prezzo a scaffale è persino diminuito: ad esempio quello della farina 00 (passata 0,74€ al chilo di gennaio allo 0,72€ al chilo di febbraio), ma anche dell'olio extravergine di oliva (passato da 4,39€ al litro ai 4,29€ al litro di febbraio).
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