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Estate calma sui mercati: possibile rialzo FED a Settembre

Dopo le turbolenze più o meno marcate che sono seguite al voto sul brexit e al colpo di stato fallito in Turchia, i mercati sembrano essersi stabilizzati in questa seconda parte di Luglio. Anche i fondamentali macroeconomici negli Stati Uniti hanno dato segni di rafforzamento sia sul fronte occupazionale che su quello della situazione economica in generale: tali fattori hanno contribuito a risvegliare negli animi dei banchieri centrali americani l’appetito verso il rialzo dei tassi che, secondo un articolo apparso sul Wall Street Journal, avrebbero nuovamente sul tavolo una mossa a Settembre.

Il biglietto verde si è mosso in questa direzione contro tutte le principali valute tra cui l’euro e la sterlina già a partire dalla pubblicazione dell’ultimo report sul mercato del lavoro negli Stati Uniti. La crescita più evidente è stata però quella contro yen giapponese, tradizionale indicatore di inclinazione al rischio, segnale che l’estate potrebbe rivelarsi meno intensa rispetto alla scorsa.

Sul fronte geopolitico, dopo il colpo di stato fallito nel week end, la Turchia si sveglia spaccata in due dove la forte radicalizzazione delle parti in causa continua a creare non pochi problemi interni. La situazione di instabilità ha contribuito a indebolire fortemente la divisa locale che, nel rapporto con la moneta unica, torna a scambiare sui minimi di periodo in area 3.32 in attesa di segnali di distensione proveniente da Ankara.

Oltremanica la situazione sembra stabilizzarsi con un sensibile calo della disoccupazione e del miglioramento della dinamica salariale, anche se permangono rischi al ribasso sulla crescita e la possibilità che l’effettivo inizio delle procedure formali per l’uscita dall’Unione Europea crei diversi scossoni che sembrano però proiettati all’autunno.

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Market Movers

10:30 Regno Unito Disoccupazione cons. 5.0% prec. 5.0%

16:00 Eurozona Fiducia consumatori cons. -8.0 prec. -7.3

16:30 Stati Uniti Scorte petrolio EIA cons. -2.1m prec. -2.5m

EURUSD

È partita la fase di rimodulazione delle attese sui fondamentali statunitensi che sono usciti piuttosto tonici mettendo sotto pressione la Federal Reserve circa una possibile risposta alle dinamiche attuali con il ritorno della possibilità di un rialzo durante il corso dell’anno. EURUSD è sceso sotto quota 1.10 mantenendosi comunque piuttosto saldo in quest’area anche in prossimità dell’apertura dei mercati europei solo leggermente positivi.

GBPUSD

La sterlina inglese torna a consolidare i minimi sia per effetto della formale entrata in azione del nuovo esecutivo guidato da Theresa May, sia per effetto dei dati macroeconomici non particolarmente incoraggianti e per il tendenziale rafforzamento del biglietto verde che sta interessando tutte le principali valute. Il cable torna a scambiare in area 1.3080 in apertura dei mercati europei salvo balzare a quota 1.3120 sulla pubblicazione dei dati sul mercato del lavoro migliori delle attese sul fronte occupazionale e di dinamica salariale.

USDJPY

In una fase di parziale tranquillità sui mercati, lo yen giapponese prosegue nella fase di indebolimento e consolidamento dell’area tra 106.00 e 106.50 nel rapporto con il biglietto verde. L’andamento delle borse asiatiche ha inizialmente spinto il cambio USDJPY verso 106.00 con l’apertura di Tokyo in ribasso, ma con il recupero dell’indice Nikkei che ha chiuso a -0.25%, anche lo yen è tornato ad indebolirsi e stabilizzarsi a quota 106.30 anche in apertura delle piazze europee. L’assenza di dati macroeconomici di rilievo renderà gli scambi particolarmente dipendenti dall’andamento delle contrattazioni sull’azionario con la possibilità di un’ulteriore conferma dell’area interlocutoria.

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