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Ethereum 2.0, Vitalik Buterin dà esempio: invia 3200 ETH per staking

Ethereum 2.0 è davvero ai nastri di partenza, l’1 dicembre 2020 dovrebbe essere la volta buona per la nuova versione della piattaforma blockchain. E così il suo vero fondatore, Vitalik Buterin, la mente fantastica dietro il successo di Ethereum, decide di fare il primo passo e invia 100 transazioni da 32 ETH verso l’indirizzo generato dalla Fondazione per accogliere i fondi dei validatori nella nuova versione della piattaforma decentralizzata che si baserà sul metodo del consenso Proof-of-Stake (PoS).

Il buon esempio di Vitalik Buterin vale circa 1,18 milioni di euro al momento della pubblicazione (3.200 ETH), con il prezzo di ETH a 439,63 USD (-5,09%).

Le transazioni di Vitalik Buterin sono chiaramente identificabili su Etherscan perché arrivano dal suo indirizzo personale “Vb 2” e risultano indirizzate allo smart contract “Eth2 Deposit Contract”.

Servono però almeno 524.288 ether perché l’1 dicembre possa verificarsi il genesis di Ethereum 2.0. Al momento il deposit contract indica che sono stati inviati 44.723 ETH. In termini percentuali siamo ad appena l’8,53% degli ether necessari allo smart contract per “avviare la macchina ETH 2.0”. Se non si dovesse raggiungere la somma richiesta, il genesis verrà automaticamente rinviato dallo smart contract di una settimana.

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Chi fa trading con le criptovalute e in particolare con ETH dovrà controllare questa situazione perché il prezzo del crypto asset è ora molto suscettibile rispetto a quanto accadrà l’1 dicembre.

Vitalik Buterin, ETH 2.0 ed i benefici

Il passaggio definitivo ad un modello PoS significherà per la Ethereum network un grande passaggio e l’avvio potenziale verso nuovi e più significativi sviluppi.

Uno dei limiti dell’attuale piattaforma ha riguardato infatti il costo delle transazioni: il gas necessario a spostare ETH da una parte all’altra della rete.

L’ultima delle congestioni risale appena al mese di settembre, ma in questi anni sono stati numerosi i progetti finanziati attraverso le ICO che hanno dovuto alzare bandiera bianca a causa della lentezza della rete (15 transazioni secondo circa) e per gli elevati costi delle singole transazioni che rendevano antieconomica agli utenti qualsiasi attività.

Il passaggio allo staking di fatto ridurrà i costi delle commissioni a frazioni di quelle attuali e il numero delle transazioni possibili saliranno in modo significativo.

La finanza decentralizzata, in primo luogo gli exchange decentralizzati sviluppati su Ethereum, ne trarrà grande beneficio. I DEX potranno competere con i DEX della piattaforma TRON e con quelli indipendenti costruiti su piattaforme decentralizzate proprietarie, tra cui quella di Binance.

Ulteriore balzo per la DeFi?

Un grafico realizzato da Coindesk di recente mostra il balzo della finanza decentralizzata negli ultimi mesi.

Il numero di ETH locked nelle piattaforme DeFi è cresciuto enormemente da giugno ad oggi, con un balzo significativo a settembre.

Non c’è dubbio che il passaggio allo staking – i miner dovranno farsene una ragione – potenzialmente potrebbe fornire ulteriore slancio alla DeFi, dal momento che scenderanno sensibilmente i costi delle transazioni per vincolare i propri fondi a scopo di lending, o per compiere altri tipi di investimenti decentralizzati.

Nuovi investitori, anche molto piccoli, troveranno più conveniente investire contribuendo ad ammassare nella DeFi liquidità aggiuntiva. Ma attenti alle truffe perché in questo momento questa nicchia è insidiosa come lo erano le ICO nel 2017-2018: si può guadagnare tanto, ma anche perdere altrettanto.

This article was originally posted on FX Empire

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