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Accordo Etihad-Alitalia in dirittura finale dopo incontro con Renzi - fonte

Aerei Alitalia all'aeroporto romano di Fiumicino . REUTERS/Max Rossi

di Giselda Vagnoni

ROMA (Reuters) - Etihad è pronta a investire fino a 500 milioni di euro in Alitalia [CAITLA.UL] dopo che l'incontro di ieri sera fra il presidente del Consiglio Matteo Renzi e l'amministratore delegato della compagnia del Golfo James Hogan ha segnato "passi avanti decisivi", riferisce una fonte vicina al dossier.

"La lettera di intenti arriverà nel giro di qualche giorno. Etihad non viene a mettere una toppa, ma a cambiare il volto di Alitalia che diventerà una compagnia a cinque stelle", ha detto la fonte.

Nel pomeriggio, il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi che ha incontrato in mattinata i vertice della compagnia del Golfo, ha ribadito che il governo spinge per arrivare a definire l'ingresso dell'aviolinea araba e che la lettera d'intenti è attesa tra lunedì e martedì, comunque entro la settimana.

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"Oggi ho chiesto a Etihad che si accelerino i tempi e che ci faccia sapere se entra o no. Immagino che la proposta, la lettera di intenti, arriverà la prossima settimana: se non è lunedì è martedì, dipende anche dal cda di Alitalia", ha detto Lupi parlando a Reuters a margine del Salone del mobile a Rho.

Etihad non ha commentato, mentre il cda di Alitalia, come ha fatto sapere anche la stessa azienda, si riunisce lunedì per prendere atto dello stato delle trattative.

Lo scorso anno il gruppo italiano, che ha tra i principali azionisti Poste [PSTIT.UL], Atlantia, Immsi e Intesa Sanpaolo, è stato oggetto di un rafforzamento finanziario da 500 milioni sotto la regia del precedente governo di Enrico Letta. All'operazione, considerata di rilevanza strategica per il Paese, ha partecipato anche lo Stato attraverso la controllata Poste italiane che ha messo una fiche da 75 milioni.

Air France-Klm, socio storico di Alitalia, ha invece diluito la sua partecipazione dal 25 al 7% circa.

La compagnia guidata da Roberto Colaninno e Gabriele Del Torchio continua però a risentire di una strategia che dopo la privatizzazione del 2008 si è concentrata sui voli nazionali e regionali subendo la concorrenza feroce delle compagnie low cost e del treno ad alta velocità sulla rotta Roma-Milano.

Secondo le stime degli analisti, il gruppo italiano perde 700.000 euro al giorno e con un debito accumulato di circa 900 milioni di euro ha bisogno di un partner ricco di liquidità che gli consenta di rinnovare il network.

"Etihad è pronta a rilevare il 49% di Alitalia per un esborso di circa 350 milioni e a fare ulteriori investimenti per un totale di 500 milioni circa", ha detto la fonte che ha chiesto di non essere citata.

"Con Etihad ci saranno nuove rotte e saranno valorizzati gli scali di Malpensa e Fiumicino", ha aggiunto.

Secondo Lupi, l'ingresso di Etihad rispetterà le regole europee: "Sono convinto che non ci saranno problemi", ha detto a Reuters il ministro.

La compagnia di Abu Dhabi, tuttavia, pone come condizione una qualche forma di ristrutturazione del debito per circa 400 milioni, ha detto ancora la fonte senza precisare se si tratti di cancellazione, rimodulazione dei tempi di pagamento o di trasformazone dei debiti in azioni.

"TAGLI COSTO LAVORO NON IMPOSSIBILI DA ACCOGLIERE"

I maggiori creditori sono: Intesa Sanpaolo, Unicredit e Banca Popolare di Sondrio.

In vista delle elezioni europee del 25 maggio, la condizione meno facile da soddisfare per il presidente del Consiglio potrebbe però essere quella di allontare dall'azienda circa un migliaio delle 14.000 persone che lavorano in Alitalia.

"Non ho visto quei numeri che ho letto in giro e questo mi consola. Certamente ci sarà un piano che dovremo discutere, una volta che la proposta sarà presentata, con i sindacati che hanno sempre dimostrato grande responsabilità e che saranno coinvolti da me appena avremo una proposta formale", ha commentato stasera Lupi.

Nelle scorse settimane a Etihad è stato attribuito il desiderio di tagliare 3-5.000 posti di lavoro, ma secondo la fonte sentita da Reuters siamo nell'ordine delle 2.000 unità di cui solo la metà a cassa integrazione a zero ore: "Non stresserei troppo questo aspetto perché le richieste di Etihad non sono impossibili da accogliere".

Nei giorni scorsi un'altra fonte vicina al dossier aveva indicato fine aprile-metà maggio come data indicativa per il closing della trattativa e l'offerta di Etihad.

Per Etihad l'ingresso in Alitalia significherebbe estendere in modo significativo la propria rete di collegamenti in Europa dove è già presente con quote di minoranza di Air Berlin e Air Lingus.

Fonti industriali e bancarie hanno anche ventilato una possibile fusione tra Air Berlin e Alitalia.

Sulle mosse della compagnia araba vigila la Commissione europea per impedire che dietro il rispetto del limite formale del 49% al possesso azionario di società exta-Ue non si nasconda un controllo di fatto.

Se questo fosse il caso potrebbe scattare la perdita dei diritti di volo che corrisponde di fatto alla messa a terra del vettore. Una punizione che vanificherebbe ogni investimento.

La fonte non ha escluso che gli attuali soci di Alitalia possano essere chiamati a una ulteriore ricapitalizzazione la cui necessità e i dettagli sono ancora da decidere.

(ha collaborato Ilaria Polleschi da Milano)

((In Redazione a Roma Paolo Biondi, reutersitaly@thomsonreuters.com, +39 06 85224210, Reuters Messaging: giselda.vagnoni.reuters.com@reuters.net))