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Europa, ci vogliono almeno cinque anni per consolidamento credito, dicono i banchieri

Parigi, davanti a una filiale di Société Genérale, in una foto del maggio scorso. REUTERS/Christian Hartmann

FRANCOFORTE (Reuters) - L'Europa dovrà attendere almeno cinque anni prima che le banche inizino a consolidarsi a livello transfrontaliero, bloccate dai bassi tassi di interesse, dalle riforme regolatorie e dal bisogno di aggiornamenti tecnologici, secondo alcuni banchieri.

Gli istituti di credito stanno subendo una serie di pressioni per rifocalizzare i loro modelli di business e tagliare i costi, di conseguenza non è più fra le priorità del management il consolidamento del settore, ha detto Frderic Oudea, ceo di Societè Generale, in una conferenza stampa.

"Il consolidamento non è per niente al primo posto dell'agenda dei ceo delle banche", ha detto Oudea. "Siamo un settore che sta affrontando una imponente trasformazione e il mio primo obiettivo è che cosa che posso raggiungere organicamente".

Le acquisizioni oltre frontiera a livello di banche hanno raggiunto un picco nel 2007, quando un consorzio guidato da Royal Bank of Scotland rilevò Abn Amro in un'operazione rivelatasi poi un disastro per tutte le parti coinvolte.

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Secondo l'Ad di Unicredit, Federico Ghizzoni, se da un lato i mercati potrebbero mettere alcune banche sotto pressione verso le acquisizioni, dall'altro le banche stesse non sono ancora pronte. Il manager italiano sottolinea, inoltre, che le banche transfrontaliere sono difficili da gestire e i risparmi dei costi derivanti dal consolidamento sono difficili da raggiungere.

Secondo Oudea, un altro ostacolo alle fusioni cross-border è costituito dal costo di aggiornare la tecnologia.

Wolfgang Fink, co-ceo di Goldman Sachs in Germania e Austria, ritiene che la creazione di un singolo mercato bancario europeo aumenterebbe le possibilità di un consolidamento, ma considerando che si tratterebbe di fusioni cross border sarebbero sotto l'attento occhio dei mercati.

La Germania, infine, potrebbe essere attraente per le banche straniere anche solo per la grandezza della sua economia, ma anche le banche tedesche possono, se hanno i conti in ordine e aumentano la redditività, essere quelle che fano shopping all'estero, conclude Fink.

((Redazione Milano, reutersitaly@thomsonreuters.com, +39 02 66129518, Reuters messaging: giancarlo.navach.reuters.com@reuters.net)) Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia