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Europa: cosa potrebbe cambiare sotto la guida di Jean Claude Junker

L'avvocato lussemburghese non piace a Cameron, lascia fredda la Merkel ed è sostenuto da Renzi: ecco quali sono i suoi progetti per l'Ue

Juncker lancia il suo manifesto per una Europa digitale sul Wsj
Juncker lancia il suo manifesto per una Europa digitale sul Wsj

Jean laude Juncker

sarà il nuovo presidente della Commissione Europea: l’assemblea ha votato a maggioranza perché l’ex premier lussemburghese, designato dal Consiglio europeo in seguito ai risultati delle elezioni dello scorso 25 maggio, sia il capo del prossimo esecutivo.

Nel suo discorso al Parlamento Europeo di Strasburgo, dove si è presentato per ricevere la fiducia, ha dettato quelle che saranno le sue priorità. Le linee guida esposte nel suo discorso puntano su nuovi investimenti (pubblici e privati) che sposterano 300 miliardi di euro per i prossimi tre anni. L'obiettivo: favorire crescita e occupazione.

L'avvocato lussemburghese è un personaggio amato e odiato all'interno della Comunità europea: sostenuto anche da Matteo Renzi, è la spina nel fianco di David Cameron, mentre riscuote un freddo appoggio da Angela Merkel. Ha sostenuto l'elezione di Mario Draghi alla Bce, anche se non ha mai gradito il suo attivismo.

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Uno dei punti caldi della sua politica riguarda l'euro e non piace agli euroscettici: "La moneta unica non divide, ma protegge l’Europa". Nel suo discorso ha parlato di rigore per le riforme strutturali insieme con spinte a investimenti finanziari: "Non c’è risanamento efficace, se non è accompagnato da giuste politiche per la crescita, e non c’è vera crescita se le finanze pubbliche non sono amministrate, diciamo così, con virtuoso rigore". Del resto anche da presidente dell'Ecofin, il rigore era la sua parola d'ordine, ma solo fino a un certo punto. Proprio al termine di questo mandato ha iniziato una battaglia personale con la Germania, sul tentativo di legare i fondi europei ai tagli e alle riforme, accusando la Merkel di trattare l'Eurozona come una sua filiale.

Inoltre a spaventare la cancelliera tedesca c'è anche l'idea - che tanto piace a Cameron - di attuare un piano di liberalizzazioni a tutto tondo, cosa che spaventa moltissimo la Germania.

Brutte notizie anche per la Bce: Juncker vorrebbe che fosse l'Europa a dare alla Banca Centrale Europea "disposizioni politiche nel caso in cui il tasso di cambio dell'euro continui a salire. La sua indipendenza è un bene, ma il contratto permette alla Commissione di proporre un orientamento comune ai ministri delle Finanze".

Nel 2010 con Giulio Tremonti, lanciò la proposta di un'Agenzia europea del debito: avrebbe emesso bond pari al 40% del Pil dell'area. Ora, durante un faccia a faccia televisivo con Martin Schultz, ha annunciato un cambiamento di programma, definendo l'idea utopistica: "gli eurobond, rappresenterebbero una prospettiva di lungo periodo, ossia hanno un senso nell’arco dei prossimi 15 o 20 anni. Fino a quando i Paesi dell’Eurozona non avranno raggiunto un coordinamento delle loro politiche fiscali ed economiche, non avrebbero senso".

Nel suo discorso ha anche parlato di un "29esimo Stato" in cui ci sono "coloro che non hanno lavoro, giovani disoccupati, coloro che restano per strada, che restano emarginati. Vorrei che tornasse a essere un normale Stato membro". Per questo, forte anche del suo retroterra da cattolico sociale, Juncker è un forte sostenitore del salario minimo. Questa misura può essere utile a ridefinire quella che Juncker definisce "la dimensione sociale dell'unione economica e monetaria".

Juncker non risparmia anche una notazione sulla questione immigrazione, definendo i problemi "dell’immigrazione clandestina e dei profughi" non come "problemi dell’Italia, di Cipro e Malta", ma "dell’Europa tutta".

Infine Juncker spingerà anche per una maggiore centralizzazione politica delle istituzioni di Bruxelles: potenziamento della Commissione Europea, creazione di raggruppamenti composti da commissari "senior" e "junior", i parlamenti naionali dovranno regolare la propria agenda con quella degli organismi Ue. Si suggeriscono procedure d’infrazioni più rigide contro “la violazione da parte di uno Stato membro dei valori fondanti della Ue”. E si supera il voto all’unanimità per il superamento dei Trattati. Sono queste le proposte che allontanano David Cameron dall'avvocato.