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Europa in negativo con il Ftse Mib a -0,45%. E la Fed non aiuta

Le nuove prospettive di un rialzo dei tassi già da giugno mettono la zavorra a mercati già di per sè fiacchi e incerti. Piazza Affari parte in negativo seguita da tutto il resto del Vecchio Continente anche se, con l'andare dei minuti, la situazione sembra riprendersi. Poco dopo le 10 il saldo era di -0,45% sul listino milanese. Guardando invece al resto d'Europa, il Dax girava intorno al -1,12%, seguito dal Cac40 a -0,71% passando per Londra con il suo -1,1%.

La prima causa della paura

Il primo accusato sul banco degli imputati continua ad essere la Fed. Ieri la pubblicazione delle minute dell’ultima riunione hanno evidenziato il ritorno di una maggioranza di falchi che gli operatori non si aspettavano. I segnali di ripresa dell’economia Usa, sono stati interpretati come segno di un rafforzamento e di una stabilizzazione non solo della crescita economica ma anche di una stabilizzazione del mondo del lavoro. In altre parole potenzialmente utili per una stretta sul costo del denaro. Ovviamente perchè un ritocco sui tassi avvenga entro giugno dovranno essere confermate non solo le cifre dell’economia a stelle e strisce ma anche la situazione internazionale la quale, a sua volta, non dovrebbe far risaltare ulteriori rischi futuri.

Dopo la pubblicazione delle minute della Fed i Fed Funds, hanno registrato una quota del 33% di rialzi a giugno contro le precedenti previsioni che non andavano oltre lo 0. In realtà i primi segnali si erano già visti nelle giornate precedenti quando alcuni esponenti (non votanti) della Fed, e cioè il presidente della Fed di San Francisco, John Williams, quello di Atlanta (BSE: ATLANTA.BO - notizie) , Dennis Lockhart e il rappresentante di Dallas Robert Kaplan hanno parlato di un rialzo utile per giugno o, al più tardi, luglio.

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Altra conseguenza, quella sul dollaro in netto rialzo sul dollaro e sullo yen: nel primo caso si arriva a 1,1214 dal precedente 1,1215 mentre nel secondo, quindi nel confronto con la moneta nipponica si registra 110,224 dai precedenti 110,18.

La situazione a Piazza Affari

Guardando a Piazza Affari è ancora il settore bancario uno dei principali protagonisti con il processo di aggregazione e consolidamento promosso sia dalla Bce (Toronto: BCE-PA.TO - notizie) che, secondo le ultime dichiarazioni, dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Ecco allora delinearsi all’orizzonte i tre protagonisti del credito: Mps, Ubi Banca (Amsterdam: UF8.AS - notizie) e Unicredit (EUREX: DE000A163206.EX - notizie) .

Da Rocca Salimbeni ci si è imbarcati alla ricerca di un partner anche se l’operazione, sgombrato l’orizzonte dai nomi già citati in passato, sembra essere privo di potenziali pretendenti anche a livello europeo, come confermato anche ieri dal presidente, Massimo Tononi. Purtroppo la banca più antica del mondo deve scontare fattori negativi come una presenza eccessiva di filiali ma anche, da un punto di vista delle reputazione, il precedente delle 4 banche salvate dal governo a metà novembre, precedente che ha incrinato non poco la fiducia della clientela verso gli istituti di credito in generale e, ancora di più, verso quelli in difficoltà come Mps. E mentre da Ubs (Londra: 0QNR.L - notizie) smentiscono voci circolate ieri circa interessi per Veneto Banca, più complessa è al questione di Unicredit: da un lato si guarda alla ristrutturazione dell’istituto, dall’altra si vorrebbe evitare la ricapitalizzazione ammontante, secondo le stime, a 5 miliardi di euro. C'è da risolvere anche la questione del nuovo Ceo, quello che dovrà prendere il posto di Federico Ghizzoni: le voci più insistenti vedono Andrea Morelli, attuale numero uno di Merrill Lynch Italia,come suo successore. Per il momento l'unica certezza sul titolo è la conferma di Moody’s che ha confermato il rating di lungo termine a Baa1 con outlook stabile.

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