Annuncio pubblicitario
Italia markets open in 5 hours 28 minutes
  • Dow Jones

    37.775,38
    +22,07 (+0,06%)
     
  • Nasdaq

    15.601,50
    -81,87 (-0,52%)
     
  • Nikkei 225

    37.110,63
    -969,07 (-2,54%)
     
  • EUR/USD

    1,0629
    -0,0017 (-0,16%)
     
  • Bitcoin EUR

    58.445,40
    +580,93 (+1,00%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.286,36
    +400,83 (+44,02%)
     
  • HANG SENG

    16.385,87
    0,00 (0,00%)
     
  • S&P 500

    5.011,12
    -11,09 (-0,22%)
     

Europa in negativo. Il petrolio tenta una (debole) ripresa

Mercati deboli questa mattina nonostante il tentativo del petrolio di riprendere forza. Un tentativo debole anch'esso e che non ispira la fiducia degli analisti nè sul breve nè sul lungo periodo. L'andamento delle borse vede Piazza Affari che alle 13 segna un passivo pari a 0,7% (20.786 punti), trend che l'accomuna al resto delle Borse europee: il Dax sfiora la parità ma resta sempre in territorio negativo a -0,06%, il Ftse 100 in pieno iter Brexit, non va oltre un -0,5%, il Cac40 a -0,6%. Il petrolio, da parte sua, invece, segna invece 45,3 dollari al barile per il Brent e 42,8 dollari per il Wti, in leggerissimo vantaggio entrambi dello 0,15%

La questione petrolifera

Il petrolio torna a preoccupare gli analisti. Fonte di instabilità geopolitica, per il fatto che le grandi potenze occidentali dipendevano (e dipendono tuttora) da una materia prima che era in mano a potenze islamiche, con la rivoluzione dello shale oil Usa si potrebbe verificare un altro paradosso ovvero instabilità geopolitica dettata dalal perdita di potere proprio da parte di queste nazioni. livello che fa vedere come un miraggio persino un barile a 50 dollari. Il tutto mentre lo schema di depressione-crollo-ripresa, tipico di un asset come il greggio, non sta funzionando più. A poco sono serviti i tagli esercitati dall'Opec on collaborazione con la Russia, per circa 1,8 milioni di barili in totale; unico risultato è stato quello di dare una breve fiammata di passeggero entusiasmo quando la conferma dell'esecuzione di tagli è arrivata all'inizio dell'anno. Non oltre. Nigeria e Libia, con i loro 250mila barili a testa (circa) si sono aggiunte ai paesi "colpevoli" di aver aumentato la produzione nonostante la volontà di frenarla da parte degli altri.

La volatilità del greggio

ANNUNCIO PUBBLICITARIO

Questa consapevolezza ha portato il prezzo nuovamente sulle montagne russe: ai 104 del 2014 si sono sostituiti i 40 dollari del 2105, diventati poi 30 all'inizio del 2016 (con punte anche inferiori) e arrivare a superare i 50 per brevi periodi, più che altro, come detto, sull'onda dell'entusiasmo dettato dall'applicazione dell'accordo di Vienna sui tagli. Il vero nemico del greggio, in realtà, è un mix di fattori che vede in prima linea un surplus della produzione unito al calo della domanda. Da questi due elementi principali derivano gli altri fattori secondari. Il calo della domanda, ad esempio, è a sua volta motivato da un'ottimizzazione della resa tecnica, dall'implementazione delle risorse energetiche alternative, da una diminuzione degli acquisti da parte della Cina. Sul fronte, invece, dell'aumento dell'offerta, gli Usa primeggiano con il loro shale oil e con impianti di produzione in aumento (da 262 ad oltre 600 nel giro di 10 mesi). M a anche in questo caso l'ottimizzazione della ricerca offre il suo contributo con soluzioni industriali che permettono prima di tutto di avere impianti più flessibili (che si possono tenere chiusi e riaprire in brevissimo periodo), senza ocntare anche gli incentivi e gli sgravi che la politica del presidente repubblicano Donald Trump ha promesso di concedere, oltre all'allentamento dei vincoli amientali che impedivano a molte società di perforare zone considerate protette. E ancora. proprio la tecnologia offre soluzioni in grado di poter sfruttare maggiormente i pozzi e i giacimenti in generale , la cui vita media si è allungata, e soprattutto permettono la scoperta e lo sfruttamento di depositi di greggio anche a grandi profondità o in condizioni climatiche estreme . Un esempio siano le ultime scoperte fatte da Eni (Londra: 0N9S.L - notizie) , nell'offshore egiziano del Mar Mediterraneo, vicino al prospetto esplorativo Zohr e che riguarda il più grande giacimento di gas mondiale , oppure, la scoperta, da parte di Rosneft, il gigante russo, del primo giacimento nell'Artico Orientale, precisamente nel Mare di Laptev.

Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online