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Evergrande, rischio default spaventa investitori, Pechino alla finestra, per ora

PECHINO (Reuters) -I timori di default continuano a perseguitare China Evergrande Group, malgrado gli sforzi del suo presidente per recuperare fiducia nell’azienda, mentre i mercati sperano in un intervento di Pechino per evitare un effetto domino sull’economia globale.

Gli analisti minimizzano la possibilità che i guai del gruppo si trasformino nel “momento Lehman Brothers” per il paese, malgrado le preoccupazioni di un potenziale contagio in caso di fallimento di quello che un tempo era uno dei maggiori sviluppatori immobiliari cinesi stiano tormentando i mercati.

Il presidente di Evergrande ha inviato una lettera al personale dicendosi certo che la società saprà “uscire dal suo momento più buio”.

Nella lettera, giunta in coincidenza con le festività di metà autunno cinesi, Hui Ka Yuan ha espresso gratitudine per il duro lavoro dei suoi dipendenti e ha detto che Evergrande consegnerà i progetti immobiliari in cui si è impegnata, rispetterà i propri impegni con gli acquirenti, gli investitori, i partner e le istituzioni finanziarie.

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“Credo fermamente che grazie ai vostri sforzi collettivi e al vostro duro lavoro, Evergrande uscirà dal suo momento più buio, riprenderà a costruire su vasta scala non appena possibile e raggiungerà l’obiettivo di consegnare i progetti immobiliari in cui è impegnata”, afferma Hui nella lettera, senza spiegare come l’azienda possa raggiungere questi obiettivi.

Gli investitori restano comunque molto tesi, continuando a vendere le azioni di Evergrande, che hanno registrato cali fino al 7% oggi, dopo essere crollate del 10% ieri sui timori che i 305 miliardi di dollari di debito possano generare perdite diffuse nel sistema finanziario cinese in caso di un collasso.

Altri titoli legati all’immobiliare come Sunac e la controllata di Stato Greentown China hanno recuperato oggi alcune delle pesanti perdite registrate nella sessione precedente.

Tuttavia, i timori di un possibile contagio restano al centro dei pensieri degli investitori. S&P Global Ratings ha retrocesso Sinic Holdings (Group) a “CCC+”, citando come ragione la mancata comunicazione di “un chiaro piano di rientro” da parte dello sviluppatore cinese.

I titoli Sinic quotati ad Hong Kong sono crollati dell’87%, spazzando via 1,5 miliardi di valore di mercato prima che il titolo venisse sospeso.

Anche nel resto dell’Asia la pressione si è fatta sentire, con gli investitori che hanno abbandonato gli asset più rischiosi visti i timori di un contagio da parte di Evergrande.

I mercati finanziari della Cina continentale chiusi oggi per le festività d’autunno, mentre Hong Kong, dove l’azienda è quotata, resterà chiuso domani.

Il governo cinese è rimasto in disparte nel quadro della crisi di Evergrande, e nessuna menzione dei problemi dell’azienda è stata fatta dai media di Stato durante la festività pubblica.

Un importante test per Evergrande arriverà giovedì quando l’azienda sarà chiamata a ripagare 83,5 milioni di dollari in interessi sui bond in scadenza a marzo 2022. Un ulteriore pagamento da 47,5 milioni di dollari è atteso il 29 settembre per obbligazioni in scadenza a marzo 2024.

Entrambi i bond andranno in default se Evergrande non riuscirà a ripagare gli interessi entro 30 giorni dalla data di pagamento prevista.

“Credo che il capitale [di Evergrande] verrà spazzato via, il debito fa sembrare che l’azienda sia in difficoltà e il governo cinese voglia sciogliere questo gruppo”, ha detto a Reuters Andrew Left, fondatore della statunitense Citron Research e noto per le sue vendite allo scoperto.

“Ma non credo che questa sarà la goccia che farà traboccare l’economia globale”, ha aggiunto Left.

A giugno 2012 Left aveva pubblicato un rapporto in cui affermava che Evergrande – che stava cercando con ogni mezzo di pagare i suoi numerosi creditori, fornitori ed investitori – fosse insolvente e avesse truffato gli investitori.

S&P ha detto in un report ieri che non si aspetta che Pechino fornisca un sostegno diretto a Evergrande.

“Crediamo che Pechino sarebbe costretta a intervenire solo se ci fosse un contagio di vasta portata che causasse il fallimento di più grandi sviluppatori e ponesse rischi sistemici all’economia”, ha detto l’agenzia di rating.

“Il fallimento di Evergrande da solo difficilmente si tradurrebbe in uno scenario del genere”, ha detto S&P.

(Tradotto da Luca Fratangelo in redazione a Danzica, in redazione a Roma Francesca Piscioneri, luca.fratangelo@thomsonreuters.com, +48587696613)

This article was originally posted on FX Empire

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