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Evergrande, truffa a Shenzen modello banche venete

People gather at Evergrande headquarters in Shenzhen, southeastern China on September 16, 2021, as the Chinese property giant said it is facing
People gather at Evergrande headquarters in Shenzhen, southeastern China on September 16, 2021, as the Chinese property giant said it is facing

Per cercare di ripianare le sue perdite, il colosso immobiliare Evergrande ha utilizzato miliardi di dollari dei piccoli investitori e dei suoi stessi dipendenti. La società cinese sull’orlo della bancarotta ha quindi fatto ricorso, attraverso i suoi dirigenti, a pressioni sui lavoratori del gruppo affinché acquistassero prodotti finanziari, esponendosi economicamente in operazioni non adeguate al loro profilo. Come riporta il Financial Times, ad esempio, un investitore di nome Rosy Chen e suo marito, dipendente di Evergrande, quest’anno hanno investito 100mila Rmb in un prodotto con un rendimento annuo dell′11,5% su sollecitazione di uno dei suoi superiori. Venivano perciò offerti prodotti finanziari con rendimenti allettanti per indurre le persone a prestare i loro soldi alla banca, spesso i risparmi di una vita. “Credevamo che Evergrande non avrebbe imbrogliato i propri dipendenti”, ha dichiarato Chen. Non è andata così.

Quella di aggirare i piccoli investitori è una pratica purtroppo tristemente nota anche in Italia, come insegnano i vari casi di banche fallite, come ad esempio il crac della banche venete. E come nel caso della Popolare di Vicenza e simili, anche nella vicenda Evergrande gli espedienti per racimolare più risorse possibili promettendo lauti ritorni alla lunga non sono stati sufficienti per invertire la rotta verso il fallimento.

Non solo: il Financial Times ha appurato che i soldi raccolti dagli investitori al dettaglio dalle banche o dalle sue sussidiarie non solo venivano impiegati per colmare gli ammanchi ma anche per ripagare altri investitori che risultavano scoperti. “I consulenti finanziari di Evergrande hanno commercializzato i prodotti anche ai proprietari di case nei suoi edifici, mentre i suoi manager hanno convinto gli investitori subordinati a investire”, hanno affermato i dirigenti della divisione di gestione patrimoniale di Evergrande al quotidiano della City.

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Col timore molto concreto di vedere i risparmi di una vita andare in fumo per la cattiva gestione finanziaria da parte dei manager di Evergrande, una folla di investitori nei giorni scorsi si è recata presso il quartier generale del colosso immobiliare per protestare, ma è poi stata sgomberata dalle forze dell’ordine. Tra le tante persone c’era anche Xu che ha raccontato la storia di sua madre, convinta da un consulente della società cinese a investire ben 200mila Rmb (poco più di venticinquemila euro, circa) in Evergrande. L’intento della sua famiglia era alleviare la pressione finanziaria dovuta all’acquisto di farmaci antitumorali. “I miei genitori hanno investito la maggior parte dei loro risparmi, che sono 200.000 Rmb”.

Di fronte alle pressanti richieste di rimborso arrivate da molti investitori, la società si è trovata a corto di liquidi nonostante in passato avesse garantito ai suoi clienti la piena libertà di ritirare quando volevano i loro investimenti. Per cercare di placarli, Evergrande ha quindi offerto loro rimborsi posticipati, scambi su proprietà immobiliari del gruppo come appartamenti o parcheggi, o la cancellazione di debiti pregressi, contratti per altre operazioni immobiliari.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.