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Ex-Ilva, Arcelor-Mittal ci ripensa: "5mila esuberi o non rimaniamo"

A worker adjusts his uniform outside ILVA's steel plant in Taranto, southern Italy, September 21, 2018. REUTERS/Alessandro Bianchi
A worker adjusts his uniform outside ILVA's steel plant in Taranto, southern Italy, September 21, 2018. REUTERS/Alessandro Bianchi

C'è forse un ripensamento dopo la nota di addio all'ex-Ilva da parte di Arcelor Mittal. Il gruppo siderurgico, durante il lungo vertice del 6 novembre con Giuseppe Conte, sembra aver messo in discussione la recessione del contratto, e ha proposto al governo le "condizioni" per rimanere. Ma il prezzo è alto, altissimo.

Tre le richieste della società:

  1. lo sblocco del sequestro dell'altoforno Afo/2 (nelle mani della magistratura dopo la morte di Alessandro Morricella)

  2. il ripristino dell'immunità penale

  3. il dimezzamento dell'organico assunto.

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Detto in parole povere:per rimanere, Arcelor dovrebbe mandare a casa 5.000 persone sugli oltre 10.000 dipendenti attuali (10.777 per la precisione). Insomma, una tragedia per Taranto, la cui economia si regge perlopiù sull'ex Ilva, per l'Italia e per il governo M5s-Pd.

Le due possibilità del governo

Il governo si trova di fronte a una scelta quanto mai complicata: da un lato si apre la possibilità di negoziare con Arcelor Mittal, facendola rimanere a costo però di un ridimensionamento consistente del personale e la concessione della garanzia dello scudo penale per i vertici dell'azienda. Dall'altro, Conte potrebbe scegliere di non scendere a compromessi, gentilmente accompagnando Arcelor all'uscita e nazionalizzando la gestione dell'acciaieria più grande d'Europa.

Prima di prendere una decisione, il Conte ha comunque preferito chiedere alla compagnia di pensare ad una nuova proposta nelle prossime 48 ore.

GUARDA IL VIDEO: Ex-Ilva, Conte: “Saremo uniti e coesi”

Ha spiegato il premier: “Il tema è che l'azienda ritiene che con i livelli di produzione attuali, scesi a quattromila tonnellate, gli investimenti non siano sostenibili; ritiene quindi di non poter assicurare gli attuali livelli di occupazione. Per assicurare la continuità aziendale ci viene proposto l'esubero di 5mila lavoratori". In alternativa, ha continuato il Conte, l’azienda e i dipendenti tornerebbero ai commissari straordinari.

“Al momento, il nostro strumento - ha precisato - è la pressione nel nostro sistema Paese. Arcelor vuole il disimpegno o un taglio di 5mila lavoratori” ma “nessuna responsabilità sulla decisione dell’azienda può essere attribuita al governo. L’Italia è un Paese serio, non ci facciamo prendere in giro”.