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Fastweb, crediamo in FiberCop, no rischi per concorrenza - Calcagno

Logo dell'azienda di telecomunicazioni Fastweb a Roma

MILANO (Reuters) - Fastweb difende il progetto FiberCop di Telecom Italia, affermando di non vedere rischi per la concorrenza da un modello verticalmente integrato.

A valle della pubblicazione della semestrale -- che ha visto ricavi per 1.105 milioni di euro, in crescita del 5%, e un aumento dell'Ebitda del 5% -- l'AD Alberto Calcagno ha definito FiberCop "un progetto in cui crediamo e che rappresenta un’occasione unica per rendere ancora più omogenea e pervasiva la presenza di reti ad alta velocità nel paese".

Fastweb intende infatti investire nella newco wholesale denominata FiberCop in cui Tim farà confluire la rete secondaria in fibra e rame, dai cabinets fino a casa con la partecipazione di Kkr. Nei piani dell'ex monopolista questo potrebbe essere il primo passo nella direzione della creazione di una rete unica a banda larga con Open Fiber, joint venture di Enel e Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), aperta potenzialmente ad altri operatori. La cessione di una quota di minoranza al fondo infrastrutturale è stata congelata fino a fine mese su richiesta del governo che vuole tempo per negoziare un accordo per creare una rete unica con Open Fiber.

Calcagno ha definito "significativo" l'interesse di Kkr, "che certifica la solidità del progetto e il fatto che si è imboccata una strada di non ritorno per l’upgrade definitivo della rete in rame".

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Ieri Beppe Grillo ha invitato il governo a spingere sull'integrazione delle reti di Tim e Open Fiber facendo nascere un soggetto unico, indipendente dagli operatori telefonici, dove Cdp sia azionista di riferimento. [nL8N2FE5K9]

Il progetto FiberCop prevede che Tim resti il principale investitore, scenario su cui ci sono posizioni diverse all'interno della maggioranza di governo. Chi si oppone è invece a favore di un modello "wholesale only", in cui la società che gestisce la rete sia completamente distinta da chi offre i servizi.

Ma, secondo Calcagno, la contrapposizione tra modello verticalmente integrato e "wholesale only" nel caso di FiberCop è "totalmente fuorviante".

"Se il progetto andrà in porto, sarà una società terza -- non coinvolta nella vendita di servizi agli utenti finali e aperta all’investimento di tutti gli operatori -- ad occuparsi della realizzazione delle nuove reti e della vendita dei servizi wholesale, a garanzia della non discriminazione e del successo del progetto industriale", ha detto.

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(Maria Pia Quaglia, in redazione a Milano Sabina Suzzi)