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Fed e BCE impensieriscono i mercati: analisti cauti sull'equity

Il segno meno continua ad avere la meglio sui principali mercati azionari e così dopo la flessione accusata ieri dalle Borse sia europee che americana. Le vendite hanno avuto la meglio anche oggi sul mercato nipponico e continuano a frenare i listini del Vecchio Continente, malgrado il recupero dai minimi segnati nella prima parte della mattinata.
Gli indici azionari vivono questa fase di arretramento, peraltro contenuta al momento, sulla scia delle indicazioni arrivate ieri sia dalla Yellen che da Draghi.

Yellen: elevate le valutazioni dei mercati. No nuova crisi finanziaria

Ieri il numero uno della Fed e il suo vice Fisher, hanno parlato esplicitamente del fatto che i mercati presentano valutazioni elevate e si è avuta subito una reazione dei listini Usa, in particolare del Nasdaq Composite che ha ceduto oltre un punto e mezzo del suo valore, appesantito da alcuni big del settore high-tech.

La Yellen ha anche cercato di rassicurare i mercati, affermando che non vedremo una nuova crisi finanziaria e spiegando che la Banca Centrale americana è intenzionata ad alzare i tassi di interesse in modo graduale, e lo stesso discorso vale anche per la riduzione del bilancio che seguirà un percorso prevedibile.

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Le parole di Draghi preparano all'avvio del tapering

Non meno attenzione è stata riservata al discorso del numero uno della BCE (Toronto: BCE-PRA.TO - notizie) , il quale ieri ha evidenziato la necessità di una fase di politica monetaria espansiva. Draghi al contempo ha definito temporanea la fase di basa inflazione e questa indicazione secondo gli esperti di MPS Capital Services è stata letta dagli operatori come la segnalazione di preparativi in corso sul tema tapering.

Immediata anche in questo caso la reazione dei mercati, soprattutto sul fronte valutario, con l'euro che si è impennato nei confronti del dollaro, continuando a scalare posizioni anche oggi tanto da presentarsi in area 1,136. Da segnalare anche la frenetica attività sul Bund future, i cui volumi hanno raggiunto livelli elevati, con oltre un milione di lotti scambiati.

La view degli analisti dopo le dichiarazioni di Draghi

Secondo gli strategist di MPS Capital Services, una reazione così forte può essere attribuita in parte anche al momento particolare dell'anno. Siamo infatti alla fine del primo semestre e gli operatori probabilmente hanno paura di erodere le buone performance realizzate fino ad ora, nelle ultime giornate di trattazione con data valuta giugno.

Anche i colleghi di Commerzbank (Xetra: CBK100 - notizie) si soffermando sul discorso di ieri tenuto dal presidente Draghi che a lor dire ha fornito ulteriori segnali, seppur cauti, di un'uscita dalla politica monetaria espansiva. Gli esperti si aspettano che la BCE riduca gli acquisti di titoli di Stato molto lentamente a partire dall'inizio del 2018, non prevedendo però un rialzo dei tassi di interesse prima della fine del quantitative easing.

Deutsche Bank (IOB: 0H7D.IL - notizie) : punto di svolta nella politica della BCE

Per Deutsche Bank le parole di Draghi sembrano aver segnato un punto di svolta nella politica della BCE che apre lentamente le porte ad un inasprimento della politica monetaria. La banca tedesca si aspetta già a settembre l'annuncio di una riduzione del piano di quantitative easing, con successiva implementazione nel 2018.

Non diversa la riflessione degli analisti di ING che, partendo dalle dichiarazioni rilasciate ieri da Draghi e dalla reazione dell'euro contro il dollaro, affermano che i mercati vedono ora la fine del QE della BCE, e la questione è ora quando accadrà e non se.

L'analisi di Equita SIM e le strategie suggerite a Piazza Affari

Infine, anche Equita SIM fa notare che le parole del numero uno dell'Eurotower sono state interpretate come un'indicazione che il tapering nel 2018 è sostanzialmente certo e potrebbe essere anche più rapido del previsto.
La SIM milanese resta dell`idea che senza il supporto fondamentale degli acquisti delle Banche centrali, i tassi high yield europei non potranno stare al minimo storico attuale del 2,7%, convinti altresì che il rialzo metterà sotto pressione le valutazioni dei titoli azionari.

Gli analisti temono inoltre che in presenza di una correzione dei mercati, le strategie di vendita sistematica di volatilità utilizzate ampiamente negli ultimi anni per migliorare il rendimento dei portafogli, finiscano per alimentare ulteriori vendite in stop loss.

In ragione di questi rischi e vista l'assenza di un'adeguata remunerazione per gli stessi, gli esperti di Equita SIM mantengono una view cauta sull'azionario italiano.

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