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La Festa del Ringraziamento US è iniziata col botto

La Festa del Ringraziamento US è iniziata col botto in Asia stanotte. A fare la parte del tacchino, i mercati locali cinesi, protagonisti della peggior seduta dal giugno 2016 (Shanghai -2.3% CSI (Shanghai: 600158.SS - notizie) 300 addirittura -3%, HSCEI -1.85%).

Difficile intuire il catalyst preciso dello storno. Molti hanno indicato il temporaneo superamento di quota 4% da parte del 10 anni governativo cinese. Altri l’impennata degli spread corporate ai massimi da giugno scorso. Altri hanno infine citato uno squeeze del funding sui mercati monetari, sorprendente alla luce delle mega iniezioni di liquidità operate giorni fa.

Comunque sia, il movimento sembra un improvviso e tardivo attacco d’ansia per i venti di deleverage e regolamentazione che hanno cominciato a spirare dopo il Congresso.

Già, perchè, come osservato diverse volte, le autorità non hanno fatto mistero di essere disposte, nei prossimi 2 anni, a sacrificare un po’ di crescita per migliorarne la qualità e la sostenibilità. Ed è evidente che il controllo del credito, il contenimento dello shadow banking system e dei rischio per la stabilità finanziaria costituiscono una parte rilevante del programma, con le inevitabili ricadute sui profitti del settore finanziario.

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Fatti ben noti, e quindi la violenta reazione di oggi sorprende quanto l’indifferenza delle ultime settimane, con gli indici a segnare massimi a raffica.

Di (KSE: 003160.KS - notizie) per se, la price action in particolare dell’indice delle Blue Chips cinesi, il CSI 300 ha una performance che ricorda quella del Nikkei 2 settimane fa, ovvero una evening star, segnale di inversione di breve.

La prognosi dovrebbe essere analoga: qualche giorno di discesa, seguito da un rimbalzo (sui cui esiti a Tokyo c’è ancora incertezza).

In ogni caso, quando c’è di mezzo la Cina, l’analisi tecnica di breve va sempre presa con le pinze, visto che il Governo cinese dispone di ampi veicoli di investimento statali per influenzare la price action. La loro assenza durante la discesa odierna potrebbe eventualmente significare che alle autorità non dispiace sgonfiare un po’ i mercati per porli maggiormente in linea col nuovo corso. E’ solo un sospetto personale privo di qualsiasi conferma, ma, guarda caso, giorni fa l’agenzia ufficiale Xinhua è entrata nel merito giudicando eccessivo l’apprezzamento di un titolo azionario, e causandone la caduta.

La correzione dei mercati cinesi ha bagnato un po’ le polveri al resto dell’area, senza però causare altre discese significative, complice la chiusura per festività anche di Tokyo.

Sul fronte cambi, ancora debolezza per il Dollaro dopo che le minute Fed ieri in serata hanno confermato i toni dovish della Yellen di martedi sera. Il rialzo di dicembre è confermato, ma circa l’anno prossimo alcuni membri hanno espresso preoccupazione che ulteriori rialzi, in presenza di un quadro inflattivo, sotto target possano deprimere le aspettative di inflazione.

Storno cinese e € forte (anche per l’apparente dietrofront di Shulz che, su pressioni interne al partito, ora aprirebbe ad una coalizione per un governo di minoranza) hanno imposto ai mercati europei un apertura negativa.

A riequilibrare il quadro ci hanno pensato i PMI flash europei di novembre usciti davvero fortissimi:

  • PMI composite Eurozone a 57.5 (precedente e stima a 56) massimo da oltre 6 anni. Il merito va al settore manifatturiero (60 da 58.5 vs stime a 58.2) ai massimi dal 2000 e seconda lettura di sempre. Meriti equamente divisi tra Francia e Germania, con la prima in grado di mettere su quasi 3 punti (60.1 da 57.5) sul dato composite e la seconda autrice di un incredibile 62.5 sul manifatturiero, che bilancia i servizi meno brillanti.

  • Unico neo, sebbene i dettagli degli altri paesi non siano noti a livello flash, Markit (NasdaqGS: MRKT - notizie) ha osservato che, pur con un recupero, la media trimestrale dei PMI degli altri paesi europei configura per il momento il quarto trimestre come il più debole del 2017. In altre parole torna la divergenza tra core e periferia europea.

La forza dell’economia Eurozone ha ulteriormente supportato la divisa unica giunta nuovamente a contatto con la resistenza posta a 1.1850, ma ha ridato spunto ai mercati azionari europei, con l’Eurostoxx che ha chiuso con un marginale progresso una seduta iniziata decisamente male.

Resta completamente sordo agli stimoli dei dati macro il mercato tassi, con i rendimenti ancorati ai livelli, assai bassi, dei giorni scorsi.

Personalmente, fatico a capire come un area con crescita sopra l’1.5% (in accelerazione) e inflazione intorno al medesimo livello, e l’ECB in procinto di dimezzare i ritmi di acquisto dei bonds, possa avere tassi reali a -0.6% e il rendimento medio dei benchmark decennali dell’area che flirta con l’1%. Detto questo, il clima festivo impone di evitare di attribuire troppa importanza alla price action odierna.

Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) pomeriggio, la festività US si è portata via l’attività, e anche domani dovremmo avere una giornata assai tranquilla, Cina permettendo.

Autore: Giuseppe Sersale Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online