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Fisco, accordo Italia-Svizzera, Roma annuncia fine segreto bancario

Auto alla frontiera italo-svizzera a Chiasso. REUTERS/Denis Balibouse

MILANO (Reuters) - Italia e Svizzera hanno firmato oggi l'accordo in materia fiscale, sancendo secondo il governo di Matteo Renzi la "fine del segreto bancario", il principale ostacolo alla lotta contro l'evasione fiscale internazionale.

L'intesa assume la forma di un Protocollo che modifica la Convenzione tra i due Paesi per evitare le doppie imposizioni e prevede lo scambio di informazioni su richiesta, secondo lo standard Ocse.

Esulta il presidente del Consiglio italiano, che su twitter parla di "miliardi di euro" che affluiranno alle casse dello Stato grazie alla 'voluntary disclosure', la procedura per l'emersione dei capitali illecitamente detenuti all'estero.

Il Tesoro calcola infatti che l'evasione fiscale sottragga allo Stato 91 miliardi l'anno.

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L'accordo italo-elvetico è stato firmato a Milano dal ministro delle Finanze Pier Carlo Padoan e dalla consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf. L'Italia siglerà un'intesa analoga con il Liechtenstein entro lunedì 2 marzo.

In serata, commentando la notizia sulla sua pagina facebook, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha detto: "Adesso al lavoro per accordi analoghi con Monaco e con il Liechtenstein".

La firma rende Berna un Paese 'white list' ai fini della 'voluntary disclosure'. Chi ha nascosto capitali nei cantoni elvetici potrà quindi mettersi in regola beneficiando di un regime sanzionatorio più conveniente.

Con la ratifica del Protocollo da parte dei due Parlamenti la Svizzera "sarà inoltre esclusa dalle black list basate esclusivamente sull'assenza dello scambio di informazioni", spiega il Tesoro in una nota.

I due Paesi hanno inoltre firmato una 'road map' in cui si delinea il percorso per trovare l'intesa sugli altri nodi ancora da sciogliere: i frontalieri, le altre black list in cui figura la Svizzera, l'accesso senza limitazioni di banche e imprese elvetiche al mercato italiano e il regime di Campione d'Italia.

Quanto al primo punto, oggi i lavoratori italiani che oltrepassano la frontiera sono soggetti a "tassazione esclusiva in Svizzera con il ristorno del 40% dei gettito ai comuni italiani di confine".

In futuro, invece, i frontalieri saranno assoggettati ad imposizione sia nello Stato in cui esercitano l'attività, sia nello Stato di residenza.

"La quota spettante allo Stato del luogo di lavoro ammonterà al massimo al 70% del totale dell'imposta normalmente prelevabile alla fonte", spiega il Tesoro.

Il carico fiscale totale dei frontalieri italiani rimarrà inizialmente invariato e successivamente, con molta gradualità, sarà portato al livello di quello degli altri contribuenti. Non vi sarà più alcuna compensazione finanziaria tra i due Stati. Il ristorno ai comuni frontalieri italiani sarà a carico dello Stato, sulla base del principio di invarianza delle risorse.

(Sara Rossi)