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Fisco, governo elimina anatocismo su somme iscritte a ruolo

ROMA (Reuters) - Il governo elimina l'obbligo di pagare gli interessi sugli interessi (anatocismo) e gli interessi sulle sanzioni in caso di rateizzazione delle somme iscritte a ruolo.

È una delle misure contenute nel decreto legislativo in materia di riscossione, approvato in secondo lettura preliminare dal Consiglio dei ministri di oggi assieme ad atri quattro decreti attuativi della delega fiscale.

Un'altra novità riguarda gli oneri di funzionamento del servizio di riscossione, che sostituiscono l'aggio di Equitalia e non possono superare il 6% del riscosso (oggi è l'8%).

Il secondo decreto prevede il monitoraggio e la revisione delle cosiddette 'spese fiscali', le tax expenditure, e la rilevazione dell’evasione fiscale e contributiva.

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"Le maggiori entrate derivanti dalle eliminazione o modifica delle tax expenditure confluiscono nel Fondo per la riduzione della pressione fiscale", spiega Palazzo Chigi in una nota.

Il terzo decreto si pone l'obiettivo di riorganizzare le agenzie fiscali a 15 anni dalla loro istituzione e prevede il riassetto dei servizi di assistenza, consulenza e controllo per facilitare gli adempimenti tributari.

Il quarto decreto rivede il sistema sanzionatorio.

Nel caso della frode fiscale la soglia di punibilità scatta quando i ricavi non dichiarati sono superiori a 1,5 milioni di euro anziché un milione. Si configura il reato anche quando l'ammontare complessivo dei crediti e delle ritenute fittizie che vengono portate in diminuzione dell'imposta, è superiore al 5% dell'imposta complessiva, o comunque a 30.000 euro.

La soglia di punibilità per la dichiarazione infedele sale da 50.000 a 150.000 euro di imposta evasa. Il reato scatta anche quando l'imponibile evaso supera i 3 milioni di euro (prima il limite era di 2 milioni) o comunque il 10% del totale dei ricavi. In questo caso il reato è punito con il carcere fino a 3 anni.

Per il reato di omesso versamento dell'Iva il decreto introduce la soglia di punibilità pari a 250.000 euro. Al di sotto di questa soglia si applicano le sanzioni amministrative.

Da ultimo, il provvedimento si pone l'obiettivo di graduare le sanzioni in base alla condotta illecita, anche riducendole per gli illeciti di più lieve disvalore.

In caso di omessa dichiarazione, ad esempio, la sanzione è proporzionale al ritardo nell'adempimento.

In caso di condotte fraudolente, invece, la sanzione viene aumentata del 50%.

L'ultimo decreto modifica le norme sul contenzioso tributario e rafforza lo strumento della mediazione, che attualmente riguarda solo gli atti posti in essere dall'Agenzia delle entrate con valore non superiore ai 20.000 euro.

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