Fisco, l’Italia spende 61 miliardi per detrazioni sconti fiscali. I governi non le toccano per non perdere consenso
Detrazioni, deduzioni, esenzioni e riduzioni di aliquote garantiscono un risparmio fiscale a chi paga le tasse ma, inevitabilmente, appesantiscono i conti pubblici. Nel 2019, secondo i calcoli del Mef, è stato necessario stanziare 61 miliardi di euro per garantire le spese fiscali. Nel 2020, bisognerà spendere 59,6 miliardi e nel 2021 la cifra da stanziare toccherà 58,6 miliardi.
I conti pubblici
Il nuovo esecutivo giallorosso è alle prese con la nuova manovra. Tra clausole Iva da sterilizzare e il costo del lavoro da tagliare, il nuovo ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, controllerà le spese da tagliare. Sforbiciare alcune voci di spesa, però, significa aumentare le tasse a determinate categorie di persone. Una scelta che si rischia di pagare in termini di consenso elettorale. Nessun esecutivo interviene di buon grado in questo campo, ed è per questo che il numero complessivo delle “spese fiscali” negli ultimi anni è sempre aumentato: per il 2019 se ne contano 513, in crescita rispetto alle 466 registrate nel 2018.
Quali sono le spese fiscali
Controllando la lista degli sconti fiscali, dei 61 miliardi stanziati quest’anno, 15,27 miliardi sono serviti a ridurre il cuneo fiscale per spingere le imprese ad ingaggiare persone nelle proprie aziende: dalle deduzioni Irap per i neoassunti a tempo indeterminato (7,5 miliardi di euro) al taglio forfait per ogni dipendente assunto senza scadenza (3,1 miliardi). Il bonus degli 80 euro, introdotto da Renzi, pesa 9,3 miliardi all’anno e interessa 11 milioni di italiani, 6,8 miliardi vanno a beneficio della detrazioni per le ristrutturazioni.
Le tasse sulla casa
L’abolizione dell’Imu sulla prima casa impatta per 3,7 miliardi di euro e l’esenzione della Tasi costa latri 3,5 miliardi. La deduzione della rendita catastale della casa in cui si vive viene coperta con 3,6 miliardi di soldi pubblici: ne beneficiano 26 milioni di italiani. Ogni governo che si insedia deve fare i conti con il reperimento di risorse. Ma mettere mano alle deduzioni e detrazioni è un rischio che nessun esecutivo vuole prendersi. Per non doverlo poi pagare alla prossime elezioni.