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Flat tax, meglio essere partita Iva che dipendente

Conviene di più lavorare da autonomo che da dipendente? (Getty)<span>Cosa è Movember e perché gli uomini da ieri hanno i baffi </span>
Conviene di più lavorare da autonomo che da dipendente? (Getty)Cosa è Movember e perché gli uomini da ieri hanno i baffi

L’estensione del regime forfettario con la flat tax al 15% sulle partite Iva individuali fino a 65mila euro rende più conveniente lavorare da autonomo che da dipendente. La misura, prevista dalla Legge di Bilancio 2019, a parità di reddito lordo, fa portare a casa il 30 per cento in più ai lavoratori che emettono una fattura.

La flat tax

Con l’ampliamento della flat tax per le partite Iva individuali al 15% a decorrere dal 2019 per fatturati fino a 65mila euro annui e l’introduzione di quella al 20% a decorrere dal 2020 per fatturati annui compresi fra 65mila e 100mila euro, risulta più conveniente farsi pagare come “autonomo con partita Iva invece che da dipendente o collaboratore parasubordinato”, precisano i commercialisti.

Il netto aumenta

Leggendo la tabella elaborata da Eutekne.info, la convenienza cresce, in particolare, per le remunerazioni lorde comprese fra 35mila e 80mila euro. In termini pratici, il maggior netto di un lavoratore autonomo è circa del 30 per cento, anche al netto di Irpef e relative addizionali, oltre ai contributi previdenziali che il lavoratore autonomo è costretto a versare.

Gli esempi

Prendiamo come esempio una retribuzione lorda di 45mila euro, il dipendente assunto con un contratto di lavoro percepisce un netto in busta di 28.453 euro, mentre il titolare di partita Iva guadagnerà un netto di 38.925 euro, ben 10.471 euro un più. In termini percentuali si tratta del 36,8%, oltre un terzo in più rispetto al dipendente. La cifra a carico del datore di lavoro resta la stessa: 59.246 euro.

Il divieto

Nella manovra, però, è previsto il divieto di accedere al nuovo regime fiscale agevolato per i titolari di partita Iva che nei due anni precedenti siano stati alle dipendenze dell’azienda o dell’ente a vantaggio dei quali svolgono prevalentemente la propria attività. Il divieto si giustifica proprio con il regime più vantaggioso ottenibile come titolare di partita Iva. Il maggior guadagno compensa la mancanza di garanzie rispetto al lavoratore assunto.

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