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Fmi taglia outlook crescita globale, problemi offerta ostacolano ripresa da pandemia

Logo del Fondo monetario internazionale all'interno della sede di Washington

WASHINGTON (Reuters) - Le persistenti difficoltà nelle catene di approvvigionamento e le pressioni sui prezzi stanno limitando la ripresa dell'economia globale dalla pandemia di Covid-19.

E' quanto affermato dal Fondo Monetario Internazionale (Fmi), che ha ridotto le prospettive di crescita per gli Stati Uniti e altre grandi potenze industriali.

Nel 'World Economic Outlook' il Fondo ha limato le previsioni di crescita globale per il 2021 al 5,9% dal 6,0% di luglio. Le stime per il 2022 sono invece rimaste invariate al 4,9%.

"Dietro questa modesta revisione generale si celano tuttavia pesanti declassamenti per alcuni Paesi", si legge nel rapporto dell'Fmi. "Le prospettive per il gruppo dei Paesi in via di sviluppo a basso reddito si sono notevolmente oscurate a causa del peggioramento delle dinamiche della pandemia. La revisione al ribasso riflette anche prospettive a breve termine più complesse per il gruppo delle economie avanzate, in parte a causa di interruzioni delle catene di fornitura".

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L'attività manifatturiera globale è stata travolta da carenze di componenti chiave come i semiconduttori, dai porti intasati, dalla mancanza di container per il trasporto merci e dalla scarsa disponibilità di manodopera in un contesto in cui le catene di approvvigionamento globali, sfruttate al meglio per una maggiore efficienza, faticano a tornare ai normali livelli dopo le chiusure dello scorso anno a causa della pandemia.

Gli squilibri tra domanda e offerta, alimentati in parte dai risparmi in eccesso accumulati dai Paesi più ricchi, hanno fatto salire i prezzi, provocando picchi di inflazione. L'Fmi prevede che l'inflazione tornerà a livelli pre-pandemia il prossimo anno, ma ha avvisato che i persistenti disagi causati all'offerta potrebbero innescare rischi di prospettive di inflazione non ancorate.

RALLENTAMENTO DELLA CRESCITA NEGLI USA

Gli Stati Uniti pagano il prezzo più alto di tali effetti e l'Fmi ha ridotto le previsioni di crescita del Paese per il 2021 di un intero punto percentuale, al 6,0% dal 7,0% di luglio -- cifra che avrebbe segnato l'incremento al ritmo più rapido dal 1984.

La crescita negli Stati Uniti potrebbe ridursi ulteriormente, ha detto il Fondo, poiché le previsioni partono dal presupposto che il Congresso Usa, profondamente diviso, approvi i finanziamenti proposti dal presidente Joe Biden per le infrastrutture e la spesa sociale, per un totale di 4.000 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni. Il Congresso sta cercando di raggiungere il consenso su un pacchetto più piccolo e il Fondo monetario internazionale ha detto che un ridimensionamento significativo ridurrebbe le prospettive di crescita per gli Stati Uniti e i partner commerciali.

Il rapporto, pubblicato all'inizio delle riunioni autunnali di Fmi e Banca Mondiale, taglia anche le previsioni di crescita per altre economie industriali. La crescita tedesca è stata ridotta di mezzo punto percentuale rispetto alla previsione di luglio al 3,1%, mentre quella del Giappone è stata abbassata di 0,4 punti al 2,4%.

L'Fmi ha rivisto al ribasso le stime per la Gran Bretagna di solamente 0,2 punti al 6,8%, rendendola l'economia in più rapida crescita tra quelle dei sette Paesi maggiormente industrializzati.

La previsione di crescita della Cina per il 2021 è stata ridotta di 0,1 punti all'8,0%, poiché il Fondo ha citato una riduzione più rapida del previsto della spesa per gli investimenti pubblici. Le stime relative all'India sono rimaste invariate al 9,5%, ma le prospettive per altri Paesi asiatici emergenti sono state ridotte a causa di un peggioramento della pandemia.

(Tradotto in redazione a Danzica da Michela Piersimoni, in redazione a Milano Sabina Suzzi, michela.piersimoni@thomsonreuters.com, +48 587696616)