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Fondi investimento Usa puntano al debito degli armatori italiani

LONDRA (Reuters) - Gli hedge fund Usa stanno cercando di acquistare i cosiddetti shipping loan dalle banche italiane, incoraggiati dalle modifiche nella normativa sulle sofferenze bancarie che potrebbero ridurre le chanche di restare imbrigliati in lunghe procedure legate ad un'eventuale bancarotta.

Hedge fund come Davidson Kempner, King Street Capital, York Capital e Z Capital hanno puntato gli occhi su un portafoglio di debiti degli armatori italiani da circa 13 miliardi di euro, secondo quanto riferito da sei fonti, che hanno chiesto di restare anonime. Alcuni dei prestiti sono crediti deteriorati.

Anche i fondi KKR e Oaktree stanno considerando gli shipping loan in Italia, aggiungono le fonti.

Alcuni dei fondi Usa, spesso descritti come "fondi avvoltoio" poiché comprano asset a prezzo scontato per poi rivenderli quando il mercato sale, stanno valutando porzioni del debito da 373 milioni di euro di Premuda, spiegano le fonti.

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Il mese scorso, la società ha detto che "realizzerà una serie di disinvestimenti di asset" nell'ambito di un piano proposto alle sue banche.

Quattro fonti riferiscono che altri obiettivi includono Gestioni Armatoriali, Perseveranza SpA, D'Alesio e Rizzo-Bottiglieri-De Carlini (RBD), che hanno depositato richiesta dei fallimento negli Usa ad aprile, secondo quanto emerge dai documenti legali.

Il co-AD di Perseveranza, Angelo D'Amato, ha detto a Reuters che la sua società è stata ripetutamente avvicinata negli ultimi mesi da investitori internazionali che volevano comprare il debito, attualmente in ristrutturazione, a un prezzo scontato, ma che il management della società non aveva interesse a negoziare.

"I fondi avvoltoio non sono in grado di garantire la continuità del business, che è la nostra principale sfida in questi giorni", spiega D'Amato. "Il loro piano è fare velocemente profitti comprando debito al prezzo più economico possibile, assicurare le navi come collaterale e venderle appena vedono una finestra di opportunità", aggiunge.

Premuda, RBD, Gestioni Armatoriali e D'Alesio non sono stati raggiungibili per un commento.

Davidson Kempner, King Street Capital, York Capital, Z Capital, KKR e Oaktree non hanno voluto fare commenti.

L'industria mercantile prende ingenti somme in prestito ed è stata tra le più colpite dalla crisi economica. I principali armatori, con eccezione di D'Amico Società di Navigazione e Grimaldi Group, sono in ristrutturazione, spiegano ancora le fonti.

UniCredit e Intesa Sanpaolo sono le più esposte con circa 7 miliardi di euro di prestiti agli armatori, ma finora sono state riluttanti a vendere il debito a tassi di sconto elevati, sottolineano fonti vicino ai due istituti.

Monte dei Paschi ne ha circa un miliardo, mentre Interbanca e le popolari hanno il resto.

Rappresentati di UniCredit, Intesa e Interbanca non hanno fatto commenti mentre Monte dei Paschi non è stata immediatamente raggiungibile.

Alcune modifiche legali che puntano a rendere più semplice per i creditori recuperare il collaterale in caso di bancarotta dei debitori ha rinvigorito l'interesse per l'industria mercantile.

"La legge sul fallimento è stata semplificata nell'ultimo paio di anni e le recenti modifiche introdotte dal governo Renzi hanno contribuito a creare un ambiente migliore per gli investitori internazioanli", spiega Gennaro Mazzuoccolo della società Norton Rose Fulbright.

Oggi il Senato ha reso definitivo il decreto legge sulle sofferenze bancarie, che tre le varie misure consente ai creditori di formulare proposte di concordato preventivo concorrenti a quelle dell'imprenditore.

(Pamela Barbaglia e Jonathan Saul)