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Fondi passivi, i migliori e i peggiori di novembre

Fondi passivi, i migliori e i peggiori di novembre

I mercati emergenti non danno certezze. La fotografia mensile dell’industria dei fondi indicizzati (quotati e non) conferma l’alta volatilità di questa asset class (assieme alle materie prime), che si trova contemporaneamente tra i migliori e i peggiori di novembre.

Questi strumenti, infatti, essendo prodotti puramente passivi, riflettono nei loro movimenti l’evoluzione dei mercati, senza che la performance venga distorta dalle scelte (buone o cattive) di un gestore attivo.

Secondo i dati Morningstar (NasdaqGS: MORN - notizie) , in novembre, tra il miglior fondo passivo (in termini di rendimento) e il peggiore ci sono quasi 20 punti percentuali (prendendo in considerazione quelli registrati alla vendita in Italia ed escludendo i replicanti strutturati, cioè a leva o short).

Il mondo degli Etp

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Nella Top 5 dei fondi passivi quotati in Borsa, cioè gli Exchange traded products (Etp), troviamo due prodotti azionari dedicati a un singolo paese emergente: il Vietnam al primo posto e il Sud Africa al secondo. Due mercati che presentano dall’inizio dell’anno un buon rapporto volatilità-rendimento rispetto ad altri paesi emergenti, come la Turchia o la Russia.

Completano la classifica tre Etc (Exchange traded commodity), due esposti al cotono e uno al petrolio (con copertura giornaliera contro i movimenti del tasso di cambio tra dollaro Usa ed euro).

Nella Flop 5 del mese, invece, particolarmente male un metallo industriale come il nickel, oltre al mercato azionario turco.

Il mondo dei fondi indicizzati

Per quanto riguarda i fondi passivi non quotati (senza quindi la componente di trading intra-day), i mercati emergenti la fanno da padrone, in un senso o nell’altro, con ben sei fondi dedicati. Tra questi, la Borsa indiana è quella che ha sofferto di più.

Di Valerio Baselli

Autore: Morningstar Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online