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Forex, dollaro poco mosso, dati Cpi Usa pongono dilemma a Fed

Diverse banconote da 100 dollari a Seoul, Corea del Sud

NEW YORK (Reuters) - Il dollaro è poco mosso, con i trader che ponderano una lettura abbastanza forte dei dati sui prezzi al consumo statunitensi mentre cercano di prevedere se la Federal Reserve aumenterà i tassi di interesse la prossima settimana, dopo il nervosismo del mercato causato del crollo di due banche.

L'indice del dollaro, che misura la forza del biglietto verde rispetto ad altre sei valute, e' invariato alle 16,20 italiane mentre i rendimenti dei Treasury sono aumentati un giorno dopo che il titolo a due anni, che si muove di pari passo con le aspettative sui tassi, ha subito il maggior calo giornaliero dal 1987.

L'euro e' in marginale ribasso a 1,0717 dollari.

Il dollaro guadagna terreno rispetto allo yen e al franco svizzero.

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Gli investitori sono indecisi se l'aumento ancora soldo dell'inflazione spingerà la Fed ad alzare nuovamente i tassi al Fomc in programma il 21-22 marzo, dopo che il crollo di Silicon Valley Bank e Signature Bank ha innescato turbolenze sui mercati finanziari.

L'indice dei prezzi al consumo (Cpi) Usa, pubblicato dal dipartimento del Lavoro oggi, ha registrato un aumento dello 0,4% a febbraio rispetto allo 0,5% del mese precedente. Su base annua è salito del 6,0%, a un ritmo più lento dal 6,4% di gennaio ma ancora lontano dal target della Fed del 2%.

I futures prezzano un taglio dei tassi dea parte della banca centrale statunitense entro la fine dell'anno, con un tasso terminale al 4,45% a dicembre, in calo rispetto all'oltre 5% della scorsa settimana.

Lo yen giapponese flette di poco meno dell'1% a quota 134,30 per dollaro, mentre la valuta Usa sale dello 0,32% rispetto al franco svizzero.

La sterlina cede lo 0,16% a 1,2162 dollari dopo il balzo dell'1,22% di ieri. In base a dati pubblicati oggi, la crescita dei salari nel Regno Unito è rallentata nei tre mesi fino a gennaio.

(Tradotto da Enrico Sciacovelli, editing Valentina Consiglio)