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Ftse Mib: è un periodo molto positivo. I titoli da monitorare

L'indice italiano ha rotto il muro dei 22mila punti con una forza che ha regalato fiducia agli operatori ma anche timori per l'avvicinarsi di alcune resistenze. Quali prospettive per il futuro? L'analisi e le previsioni di Stefano Masa Head of QuantInvest® Research & Analysis Department.

Come prima domanda partiamo da una panoramica internazionale, tra i record della Borsa Usa e i dati macro di Washington

È stata una settimana che si è caratterizzata per numerose evidenze dal punto di vista numerico: prima fra tutte la soglia record raggiunta dal debito Usa ormai sopra la soglia dei 20mila miliardi (20.162). Il Congresso ha sbloccato – fino al prossimo dicembre – il tetto stabilito per legge (a 19.800 miliardi) che era ormai sospeso allo scorso 15 marzo. Steven Mnuchin (Tesoro) ha evidenziato come, i principali obiettivi entro la fine dell’anno, siano essenzialmente circoscrivibili sia alla gestione dell’intero ammontare del debito federale statunitense che alla tanto attesa riforma fiscale: per quest’ultima – personalmente – ritengo molto difficile la riduzione promessa in campagna elettorale (dal 35% al 15%) ma ritengo più percorribile una via di riduzione graduale fino ad arrivare ad un’aliquota media che si possa attestare tra il 20% - 25%. Sempre negli Usa bisogna sottolineare il livello dei prezzi al consumo fatto registrare nel corso di agosto: un incremento dello 0,4% (rispetto all’atteso 0,3%) ovvero il massimo degli ultimi sette mesi ed un valore su base annua pari all’1,9%. Verosimilmente in linea con gli obiettivi prefissati lasciando un’ampia possibilità di azione alla Fed in tema di politica monetaria. Un eventuale intervento entro la fine dell’anno è più probabile.

Anche il mercato valutario ha evidenziato uno “sblocco” sul fronte operativo: la People Bank of China (Pboc) è intervenuta sullo yuan rendendo libero lo scambio di quest’ultimo in chiave “speculativa” in caso di ribasso. Ad ottobre 2015 la banca centrale cinese aveva introdotto misure per ridurre il deprezzamento della moneta a causa della fuga di capitali. Questa mossa conferma il messaggio di forza che la Cina vuole trasmettere a livello internazionale soprattutto dal punto di vista commerciale.

Partendo da questo quadro è possibile evidenziare i singoli temi principali che hanno caraterizzato la settimana trascorsa o eventuali situazioni di rilievo?

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In Europa si è monitorato con attenzione il discorso del presidente della Commissione europea Jean-Claude Junker: l’intenzione di ricandidarsi nel 2019 sembra ormai sfumata e nonostante questo suo intendimento ha comunque voluto impostare una sorta di agenda per il suo successore. In particolare: grande enfasi sul fronte dell’allargamento della zona euro ma che non riscontra grandi entusiasmi in alcuni partner. La crescita: dopo cinque anni di incremento, deve continuare e sfruttare - come è stato detto - “il vento a favore”: probabilmente questo inciso fa riferimento indiretto all’attuale debolezza del dollaro statunitense . Dal punto di vista del libero scambio si è voluto sottolineare il “non essere ingenui” al suo sostenimento. Sono tutti temi che aprono le porte ad un ulteriore scatto in avanti dell’intera area ma che vedono nascoste troppe incognite per un’immediata realizzazione a causa delle troppe diversità ideologiche tra i vari paesi.

Da ricordare inoltre il primo e vero atto concreto verso la realizzazione della Brexit : Londra ha approvato il decreto di abrogazione riconducibile alla legislazione europea che vedrà il suo cessare definitivo successivamente all’uscita dall’Ue (con buon probabilità nella prima parte del 2019). Sempre a seguito della Brexit, l’inflazione brittanica ha registrato un incremento portandosi al 2,9%: la BoE (Shenzhen: 000725.SZ - notizie) non è intervenuta lasciando i tassi fermi ma – con una quasi matematica certezza – interverrà sicuramente dopo gli ormai trascorsi dieci anni.


Per quanto riguarda il mercato italiano quali considerazioni, allo stato atuale delle cose, è possibile fare?

L’Italia sta vivendo un periodo molto positivo. Non solo sul fronte borsistico che ne rappresenta il “proprio valore” dal punto di vista finanziario ma bensì anche attraverso i dati più strettamente riconducibili all’umore della popolazione. Gli italiani sono ritornati a risparmiare raggiungendo i valori pre crisi: dal rapporto pubblicato da Intesa-Centro Einaudi l’11,8% del reddito viene accantonato dal 43% delle famiglie. Sensibilmente rilevante la percentuale di chi vede il proprio reddito “sufficiente” o “più che sufficiente”: 60,8% dal precedente 47,2%. Ancor più importante la quota di coloro che si dichiarano “finanziariamente indipendenti” pari al 92,1% dell’intero campione.

Di (KSE: 003160.KS - notizie) certo questi dati hanno trovato un pronto riscontro con le recenti rilevazioni da parte di Assogestioni: a luglio l’industria del risparmio gestito ha superato la soglia dei 2mila miliardi (2.021) raccogliendo nei primi sette mesi dell’anno 67,3 miliardi ovvero l’intero ammontare del 2016. Le prospettive – soprattutto in tema di Pir – sono buone e nonostante l’incremento dei costi in capo ai risparmiatori (v. “Quaderno n. 391 di Bankitalia) il ricorso a strumenti finanziari diversificati rimane prevalente.


Prospettive per il FTSE MIB e titoli da monitorare

Piazza Affari evidenzia un incremento settimanale importante: non solo per la variazione percentuale del 2% registrata (indice FTSE Mib ) ma quanto più in tema di volumi. Quest’ultimi - nel corso dell’ottava trascorsa – si sono pressoché raddoppiati sia su base daily che weekly. Un aumento che – accompagnato dall’ascesa dei prezzi – ha favorito forti spinte rialziste nell’intraday: sono molti i titoli che hanno visto la prevalenza degli acquisti sulla “lettera” soprattutto ad inizio settimana.

Dal punto di vista grafico non ritengo necessario rimodellare il tracciamento del Raff Regression Channel che, nonostante possa apparire “non aggiornato” dai minimi di febbraio (base per il calcolo), rimane attuale soprattutto in vista di fine anno. Il raggiungimento e superamento di area 22.700 punti (confermato dalla chiusura superiore di due sedute weekly) favorirebbe un ritorno verso i 24.000 punti.

Per l’attuale ottava la resistenza dinamica posta a 22.325 punti appare prossima ad un break positivo con possibile massimo weely almeno fino a 22.546 punti: successivamente al raggiungimento di quest’ultimo livello (daily) i prezzi potrebbero trovare una fisiologica pausa con potenziali ritracciamenti in prossimità di area 21.922 punti. Negativo il mancato supporto in coincidenza di questi valori con target a 21.600.

Nonostante l’impostazione di fondo possa apparire positiva ed ormai prossima alla neutralità ci sono alcuni titoli che potrebbero vivere un momento di alta volatilità soprattutto in chiave short: A2A (EUREX: 928195.EX - notizie) , Atlantia (Londra: 0I2R.L - notizie) , Campari (Milano: CPR.MI - notizie) ed Italgas non evidenzino impianti grafici favorevoli. I ritorni attesi – su base settimanale – sono inferiori all’1,32% mentre il downside potenziale è superiore all’2,53%. Di diversa intonazione invece i titoli Azimut (Milano: AZM.MI - notizie) , Leonardo Finmeccanica, Enel (Londra: 0NRE.L - notizie) e STMicroelectronics (Londra: 0INB.L - notizie) . Su questi si può impostare una strategia buy & hold con orizzonte temporale decadale: acquisto in chiusura di lunedì con mantenimento dei titoli fino al conseguimento del take profit pari all’1,73% e chiusura automatica delle singole posizioni (ancora in essere) al termine della prossima settimana.

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