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Il Ftse Mib anticipa la svolta rialzista dei mercati?

Ieri i mercati USA ed europei hanno messo a segno un rimbalzo che ha ricoperto il calo di lunedì, mostrando un certo ottimismo di fondo che non toglie ancora gli indici dall’incertezza, ma infonde qualche speranza in più ai rialzisti.

Né il Dax tedesco, né l’Eurostoxx50 delle blue chips europee ieri sono usciti dal triangolo di congestione che li costringe da una settimana. Ma si sono portati a premere sulla resistenza e potrebbero oggi tentare lo sfondamento, se troveranno sufficienti ragioni di ottimismo.

Anche Wall Street, con l’indice più rappresentativo SP500 resta ben all’interno di una formazione rettangolare di indecisione. Ma ha mostrato per la seconda volta la volontà di allontanarsi dal pericoloso bordo inferiore.

Il merito di tutto questo è delle banche e dell’inflazione. Infatti gli utili delle banche americane, presentati in questi giorni, hanno mostrato unanimemente una ripresa ben oltre le aspettative degli analisti. Inoltre il balzo degli indici dei prezzi che si è registrato in settembre sia in USA che in Europa ed ancor più in Gran Bretagna, che ora bisogna considerare fuori dall’Europa, ha dato un sostegno al rialzo dei rendimenti e alle attese che ciò faccia bene ai bilanci bancari.

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La festa dei bancari si è trasformata in Italia nella festa dell’indice Ftse-Mib, di gran lunga ieri ancora una volta il migliore di tutti. I bancari italiani inoltre possono avvantaggiarsi anche di attese speculative sulla ripresa del risiko delle popolari, dopo la fusione deliberata tra B.Popolare e BPM (Other OTC: BPMI - notizie) , e sulla possibile sistemazione delle difficoltà che MPS (BSE: MPSLTD.BO - notizie) e Unicredit (EUREX: DE000A163206.EX - notizie) hanno nella ricapitalizzazione. Ieri il rientro in pista del piano Passera per MPS ha causato un balzo a due cifre per l’istituto senese, di cui hanno beneficiato tutte le banche italiane.

Il Ftse-Mib ha rotto al rialzo la sua resistenza di 16.700 e si è portato di botto in area 17.000, dove trova un po’ di resistenza, ma anche la possibilità di chiudere un gap aperto il 12 settembre e di approdare di nuovo al test del massimo di inizio settembre a 17.400. Quel che è certo è il recupero impetuoso di forza relativa del nostro indice, dipendente in massima parte, nel bene e nel male (questa volta nel bene), dall’andamento delle banche.

Il fatto che l’indice italiano abbia anticipato una rottura che gli altri non hanno ancora effettuato, non è certo un indicatore affidabile. Se i mercati tornassero ancora una volta sui loro passi, è difficile che la borsa italiana riesca a mantenersi in quota. Nonostante il clamoroso ed un po’ comico spot elettorale di Obama per Renzi durante “l’Ultima Cena” prima di andarsene a fare il baby pensionato.

Ma certo, se arrivare la rottura rialzista delle altre borse, si potrebbe effettivamente fare ancora un bel po’ di strada.

Autore: Pierluigi Gerbino Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online