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Ftse Mib davvero Bonus

L’intervento pubblico a sostegno del sistema bancario italiano porterà solo un sollievo immediato, per gli strategist di Societé Générale. Questo perché i problemi degli istituti di credito non sono la causa dei problemi del Paese ma il sintomo di una condizione di malessere persistente: l’Italia sta attraversando un’era di stagnazione e bassa crescita. Inoltre, a peggiorare le cose, c’è il referendum costituzionale di ottobre, un evento paragonabile ad un altro Brexit, un terremoto politico capace di far spegnere quel poco di spinta espansiva stimata per il 2016 ed il 2017.

Piazza Affari, la peggior Borsa in Europa da inizio anno, sembra incorporare questi scenari depressi, con l’indice Ftse Mib in calo del 23% dal primo di gennaio, Francoforte segna un ribasso solo del 7% , Parigi del 6% e Madrid dell’11%. Visto che la zavorra di gran lunga più pesante sono state le banche, è verosimile che le misure straordinarie a sostegno del settore, possano contribuire ad una risalita del listino italiano.

Dai minimi di fine giugno, anche per effetto delle indiscrezioni su una parziale apertura dell’Unione Europea ad un aiuto pubblico su base temporanea, l’indice Ftse Mib ha messo a segno un recupero del 10%. Se nei prossimi giorni dovesse arrivare il via libera ufficiale alle deroghe chieste dal governo italiano, il rimbalzo dovrebbe proseguire.

Chi intende avvicinarsi con prudenza all’indice Ftse Mib ha a disposizione il Top Bonus Certificate di Unicredit (EUREX: DE000A163206.EX - notizie) a codice Isin DE000HV4A934. La scadenza è 15 dicembre del 2017 ed il bonus è 113 euro. Lo strike è 15.913 punti. La barriera è 11.934 punti, circa il 28% più giù dei valori attuali dell’indice benchmark della Borsa italiana, oggi a 16.600 punti. Il Top Bonus Certificate paga 113 euro se alla scadenza il sottostante sarà sopra la barriera, ai prezzi di oggi, il rendimento è del 10,5%.

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L’investimento si conclude con un guadagno superiore al 10% anche se nel corso del prossimo anno e mezzo l’indice Ftse Mib scenderà sotto la barriera, l’importante è che sia sopra il 15 dicembre 2017.

Anche se gli avvertimenti di Societé Générale non vanno sottovalutati, è da segnalare che in questi mesi di discesa delle Borse, gli indicatori macroeconomici hanno continuato a segnalare ripresa in vista.

Se Renzi e Padoan riusciranno anche questa volta a mettere una toppa al buco delle banche, l’economia italiana sarà in grado di chiudere l’anno con un incremento del Pil intorno all’1%, ancora distante dal +1,6% stimato dal consensus per la zona euro ma molto meglio del modesto +0,6% conseguito nel 2015.

Per l’anno prossimo, il Fondo Monetario stima una crescita del Pil italiano dell’1,1%, l’Ocse invece si aspetta +1,4% e l’Unione Europea +1,3%. Con questi livelli di crescita, il governo si ritrova con qualche spazio di manovra in più nella gestione dei vincoli di bilancio, potrebbe permettersi di mettere in campo qualche manovra espansiva in grado di abbassare in modo più spedito la disoccupazione, uno dei mali cronici dell’Italia.

Con il Top Bonus Certificate di Unicredit ci si protegge da eventuali correzioni di Piazza Affari nei prossimi mesi, evento probabile se il referendum sulle riforme costituzionali di ottobre sarà respinto. Il premier Matteo Renzi ha promesso più volte che si farà da parte in caso di sconfitta, un abbandono che aprirebbe le porte ad un governo del Movimento 5 Stelle, formazione politica apertamente contraria all’Europa e senza esperienza di governo del Paese. I sondaggi condotti nelle ultime settimane segnalano che questa ipotesi è seriamente da prendere in considerazione, ma uno degli insegnamenti del referendum in Gran Bretagna è che i sondaggi hanno un alto margine di errore, soprattutto quando la distanza tra gli schieramenti è piccola.

Se tra un anno e mezzo l’indice Ftse Mib sarà sotto la barriera, il certificate non pagherà il bonus ed il rimborso sarà decurtato da una frazione del capitale. Ipotizzando che il sottostante sia a 11.000 punti, il rimborso sarà 69 euro. Questa ipotesi prevede una catastrofe addirittura peggiore di quelle verificatesi nel 2009 (fallimento di Lehman Brothers) e nel 2012 (crisi del debito e della zona euro): in entrambi i casi l’indice Ftse Mib aveva arrestato la sua discesa sopra quota 12.000 punti.

Di Marino Masotti

Autore: ItForum Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online