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Ftse Mib in area 24.000 in tempi brevi: i titoli ben impostati

Di (KSE: 003160.KS - notizie) seguito riportiamo l’intervista realizzata a Gianvito D’Angelo, trader professionista che coniuga analisi intraday e multiday su futures, azioni e forex. Chi volesse contattare Gianvito D’Angelo può scrivere all’indirizzo email: supergianvi@gmail.com, oppure richiedere la sua amicizia sul profilo pubblico Facebook (NasdaqGS: FB - notizie) : @gianvitodangelo.

L'indice Ftse Mib sta provando a mettere sotto pressione anche l'area dei 23.500 punti, portando avanti il rialzo partito da inizio anno. Quali le sue attese per le prossime sedute?

Nell'intervista della scorsa settimana avevamo segnalato l'area dei 22.700/22.800 come possibile target per i long. Non era questo un livello in corrispondenza del quale entrare short, visto che avevamo parlato di un'area in cui si sarebbero potuto avere solo delle prese di profitto.

La forza del trend si vede dalla capacità del mercato di generare ritracciamenti contenuti, questo vuol dire che tanto più deboli saranno gli storni, tanto più forte sarà il trend.
L'area dei 22.800 è stata bruciata, al pari di quella dei 23.000/23.100 punti, corrispondenti ai massimi del 2017, e il Ftse Mib in alcune sessioni ha sovraperformato gli altri listini, a partire dal Dax30 che non sta vivendo una fase eccezionale.

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Se guardiamo il 2018 del nostro indice sembra un po' l'S&P500 e questo ci dovrebbe fare riflettere abbastanza.
Nelle ultime due sessioni il Ftse Mib ha provato a scendere, creando un'ombra inferiore rispetto alla candela, ma al momento i ritracciamenti sono stati praticamente nulli, tanto che su un grafico daily quasi non ce ne renderemmo conto.

Questo è una conferma della forza del trend in atto e quanto al target del movimento in atto indichiamo l'area dei 24.000 punti. Penso che l'indice possa raggiungere tale livello abbastanza facilmente e velocemente, fermo restando che ogni discesa andrà interpretata come una potenziale occasione per nuovi posizionamenti al rialzo.

Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) settore bancario qual è la sua view sul recente andamento di Intesa Sanpaolo (Amsterdam: IO6.AS - notizie) e di Unicredit (EUREX: DE000A163206.EX - notizie) vista la maggiore forza relativa espressa dal primo rispetto al secondo?

Unicredit ha tenuto perfettamente l'area intorno ai 17,6 euro, precedentemente toccata e sporcata nel mese di ottobre scorso: L'inizio dell'anno è stato eccezionale anche per il titolo, il cui trend di medio periodo però rimane short, perchè le sequenze di minimi e massimi sono ancora decisamente negative.

Sui minimi non c'è stata ancora alcuna inversione e ora bisognerà vedere se si avrà eventualmente sui massimi. Se tiriamo una trendline sui massimi, quella dei 18 euro è un'area su cui andare almeno parzialmente a target.
Si tratta di un'area già rispettata all'incirca tre volte e quindi potrebbe essere il primo target di una nuova operazione long.

Intesa Sanpaolo è impostato meglio di Unicredit e se da una parte rimangono negative le sequenze di minimi, dall'altra sembra che i massimi il titolo li stia facendo più alti.
Il trend di medio periodo sembrerebbe essere cambiato e quello in atto dovrebbe essere un nuovo movimento impulsivo, con sequenze che iniziano ad invertirsi rispetto al trend di breve-medio periodo.

Il consiglio in ogni caso è di non intervenire sui prezzi attuali perchè si tratterebbe di un ingresso sul breakout, poco efficiente dal punto di vista del rapporto rischio-rendimento.

STM (Shenzhen: 000892.SZ - notizie) si muove poco al di sotto dei 20 euro dopo i recuperi delle ultime sedute. Il titolo ha ancora margine di upside?

Per STM il trend long indubbiamente è long, ma il ritracciamento avvenuto tra novembre e dicembre non mi è piaciuto molto. Nell'ultimo mese dell'anno il titolo ha dimostrato che l'area sotto i 18 euro è stata pesantemente comprata, specie nella prima seduta del 2018 quando il mercato è andato a pescare sotto tutti i minimi precedente del mese, provando con successo a ricomprare massimi precedenti intorno ai 18,45/18,5 euro.
Sembra essere in presenza di una nuova fase impulsiva per STM e su pattern di conferme di prezzo si potranno valutare nuovi ingressi long sul titolo.

Anche Leonardo sta approfittando degli spunti rialzisti offerti da Piazza Affari e sta cercando di avvicinare l'area degli 11 euro. Cosa può dirci di questo titolo?

Il grafico prima del famoso gap-down lasciato aperto a novembre era quello di un titolo eccezionale, con un trend long e sequenze di minimi e massimi positive. Tra la fine di novembre e inizio dicembre Leonardo ha provato a cercare pavimenti sulla cifra tonda dei 10 euro e ha dimostrato che il titolo non voleva più scendere. Il mercato ha provato a comprare massimi, ma bisogna fare attenzione perchè l'area compresa tra 11,2 e 12 euro è quella che ha impedito la reazione di ricopertura del gap-down.

Se Leonardo dovesse tornare tra gli 11,3 e i 12 euro, incontrerebbe una forza zona di resistenza, oltre la quale si potrebbero ipotizzare scenari estremamente positivi. E' bene però procedere per gradi e l'idea è che possa arrivare almeno in area 11,3 euro e in seguito si vedrà quali saranno i movimenti successivi.
Gennaio si sta delineando in maniera molto positiva per Leonardo, ma febbraio e marzo sono due mesi in cui dovremmo muoverci con cautela, per vedere se si potrà almeno in ottica multiday provare ad aprire posizioni short.

Al di fuori del paniere del Ftse Mib, qual è la sua analisi di Beni Stabili (Londra: 0OF3.L - notizie) ?

Guardando all'ultimo anno e mezzo notiamo che Beni Stabili presenta un trend da manuale con delle trendline perfette sui minimi. Ora il titolo sta provando a non vendere più minimi e nell'area compresa tra 0,772 e 0,777 euro ha tentato più volte di tenere.

Quello che ci fa pensare è che in passato in quest'area il titolo ha disegnato una sorta di quadruplo massimo che lo ha portato a scendere da 0,75 euro fino ai minimi a 0,47 euro, con una perdita di circa il 40%.
I primi trades vanno aperti in ottica di breve e solo in caso di breakout si potrà provare con un trailing stop un po' più ravvicinato dopo la rottura di 0,775 euro.

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