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Ftse Mib in gran forma (+2,8%). Vicina soluzione per le banche?

Prosegue la fase di recupero a Piazza Affari che ha guadagnato terreno per la quarta seduta consecutiva, procedendo peraltro ad un ritmo piuttosto vivace. Dopo il poderoso rally di venerdì scorso, il Ftse Mib ha continuato a guadagnare terreno ieri, spingendosi ulteriormente in avanti oggi. L'indice delle blue chips si è fermato poco sopra i 16.700 punti, con un progresso del 2,83%, mettendo a segno la migliore performance in Europa.

Il mercato da subito si è posizionato in territorio positivo e ha progressivamente allungato il passo nel corso della seduta, sostenuto in particolare dai titoli del settore bancario.
Non passa certo inosservata la brillante salita di Unicredit (EUREX: DE000A163206.EX - notizie) che vanta un rally di oltre il 13% sulla scia dell'annuncio di una revisione della strategia del gruppo e della cessione del 10% di FinecoBank (MDD: FBK.MDD - notizie) .

Molto bene anche Ubi Banca (Amsterdam: UF8.AS - notizie) che cresce di oltre il 10%, seguito da Banca Popolare dell'Emilia Romagna e Banca Popolare di Milano (Milano: PMI.MI - notizie) , in ascesa rispettivamente dell'8,15% e del 7,63%, mentre Mediobanca (Milano: MB.MI - notizie) e Intesa Sanpaolo (Amsterdam: IO6.AS - notizie) hanon guadagnato rispettivamente il 7,34% e il 6,56%. Banco Popolare (Amsterdam: PB8.AS - notizie) e Banca Monte Paschi hanno terminato gli scambi in ascesa rispettivamente del 6,15% e del 3,71%.

In evidenza anche alcuni protagonisti del settore assicurativo con Unipol (Dusseldorf: 18319160.DU - notizie) e Generali (EUREX: 566030.EX - notizie) in corsa del 6,33% e del 5,06%, seguiti da UnipolSai (Amsterdam: UQ8.AS - notizie) che è salito del 3,62%

Merkel: la questione delle banche sarà risolta bene

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L'attenzione però è rivolta principalmente ai bancari che hanno accelerato in seguito alle dichiarazioni rilasciate dalla cancelliera tedesca a margine della riunione dell'Ecofin.
La Merkel ha affermato di non vedere alcuno sviluppo verso una crisi e con riferimento all'Italia ha spiegato che ci sono colloqui intensi tra il Governo del nostro Paese e la Commissione europea, dicendosi convinta che la questione delle banche sarà risolta bene.

Dal canto suo il presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, ha assicurato che una soluzione a questo programma sarà trovata entro il mese di ottobre, prima del referendum proposto dal premier Renzi. Quest'ultimo ha cercato inoltre di rasserenare gli animi, affermando che ci sono ancora alcune realtà da mettere a posto tra le banche italiane, ma è importante che in Europa si usi un po' di buon senso.

Governo più vicino ad un compromesso con UE: la view degli analisti

Già questa mattina la stampa segnalava che il Governo italiano è più vicino ad un compromesso con la Commissione europea per trovare una soluzione sistemica al fine di sostenere le banche in difficoltà.
A tal proposito gli analisti di Banca Akros segnalano che Banca Monte Paschi è quella vista come la più a rischio relativamente al possibile fallimento degli stress test. Di (KSE: 003160.KS - notizie) conseguenza qualsiasi iniziativa per sostenere la banca senese dovrebbe innescare un re-rating dell'azionario che al momento scambia a 0,1 volte il prezzo sul book value.

Anche i colleghi di Equita SIM si soffermano sulle ultime indicazioni di stampa, spiegando che la sensazione è che ci sia l'ok a ricapitalizzazioni che verrebbero annunciate prima degli stress test previsti a fine mese.
L’orientamento sembra quello di coinvolgere anche gli investitori istituzionali detentori di obbligazioni subordinate. Secondo Il Corriere della Sera i bondholders in questione verrebbero convertiti in azionisti rispettando il valore nominale.

Focus su Bca MPS

Gli analisti di Equita SIM spiegano che Banca Monte Paschi ha emesso 4,9 miliardi di euro di subordinati, di cui 2,5 miliardi detenuti da retail: ipotizzando la cessione del 100% dei crediti non performanti a 0,25 euro, l'istituto di credito toscano avrebbe bisogno di 2 miliardi di euro di capitale per ripristinare un Common Equity Tier 1 all'11,5%.

Dato che si starebbe studiato un mix di interventi che comprendono sia l’aumento di capitale con garanzia pubblica e l’eventuale conversione in equity dei subordinati istituzionali, evidentemente si punta a un intervento ancora piu? incisivo sullo stock di crediti non performanti e/o a costruire un buffer di capitale ancora piu? solido.

Anche se l’intervento sembra avere carattere company specific, una volta presentata l’operazione secondo gli analisti andranno valutati con attenzione eventuali read-across su altre banche.
L’eventuale conversione di una parte di subordinati in equity porterà ad aumenti nei rendimenti di queste emissioni, oltre a diluire ulteriormente gli azionisti.

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