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Ftse Mib in tensione (-2,1%): guerra aperta contro le banche

Di seguito riportiamo l'intervista realizzata ad Antonello Marceddu, trader di Tag Group, al quale abbiamo rivolto alcune domande sui principali indici azionari, con una particolare attenzione rivolta a Piazza Affari.

L'indice Ftse Mib oggi sta vivendo una seduta decisamente pesante che lo vede riportarsi a poca distanza dall'area dei 16.000 punti. Come valuta l'attuale impostazione del mercato e quali sono i possibili sviluppi nel breve?

A Piazza Affari il settore bancario è l'unico leit motiv che abbiamo in questo momento, visto che per altri comparti non ci sono situazioni particolari da segnalare. Ormai è una guerra aperta nei confronti delle banche italiane e questo penalizza abbondantemente il Ftse Mib, per il quale i 16.000 punti sono ormai a portata di mano.

La rottura di questo livello riporterebbe un po' di panic selling e in tal caso il primo obiettivo sarà in area 15.700. E' necessario che venga sanata la situazione delle banche e quantomeno nel breve sarà importante convincere i mercati che si sta facendo concretamente qualcosa in tal senso.
Senza entrare in discussioni o polemiche di qualsivoglia genere, quello che la politica sta facendo non è sufficiente per il mercato.

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Mi auguro che in area 16.000 si possa assistere ad una lotta per la difesa di questo livello, in modo da mantenere in piedi tale supporto visto che a prescindere dai problemi del settore bancario non ci sono altri motivi per i quali Piazza Affari debba essere affossata.

Non escludo un tentativo di stabilizzazione intorno all'area dei 16.000 punti e in seguito il mercato dovrà decidere di nuovo il da farsi, se mantenere e reagire da questo supporto con un intervento degli acquirenti. In mancanza di ciò si andrà incontro a nuove flessioni verso gli obiettivi segnalati prima.

Piazza Affari continua ad essere più penalizzata dalle vendite rispetto ad altri listini. Cosa può dirci in particolare del Dax30 e dell'Eurostoxx50?

Comparando l'indice Ftse Mib con il Dax30 e l'Eurostoxx50 a livello grafico si nota che il listino tedesco è più in alto rispetto agli altri due listini, mentre l'Eurostoxx50 è a metà strada tra il Ftse Mib e il Dax30.
L'indice tedesco nella giornata del 9 agosto ha superato il livello massimo della congestione che durava dal 21 aprile racchiusa tra un massimo in area 10.470 e un minimo ben profondo a 9.226 punti.

Il massimo è stato superato e il Dax30 è l'unico indice dei tre di cui stiamo parlando ad aver superato questa congestione. I corsi si stanno avvicinando ora nuovamente ai 10.470 punti ma è probabile che si tratti di un pull-back propedeutico ad una ripresa del rialzo, con una conferma del trend positivo in atto.

Il Dax30 sta seguendo un po' più da vicino l'andamento dell'S&P500, mentre l'Eurostoxx50, nonostante il rialzo partito dal minimo dal 27 giugno scorso, non ha superato il massimo della congestione partita il 21 aprile scorso. L'indice rimane quindi sotto il massimo della congestione, a differenza del Dax30, mentre il Ftse Mib si trova sui minimi, non avendo la forza di risollevarsi.
Pe il Dax30 e l'Eurostoxx50 il trend rialzista c'è ed è efficace, mentre il nostro indice deve riprendere molte energie per potersi rimettere al passo con gli altri.

Come valuta il rialzo dell'euro nei confronti del dollaro? Si aspetta ulteriori apprezzamenti per la moneta unica?

Un rialzo dell'euro nei confronti del dollaro era atteso da molti perchè siamo in presenza di una fase laterale di ampio respiro in atto da tanto tempo. L'ascesa dell'euro è fisiologica con possibile obiettivo in area 1,14, ossia sui massimi della giornata pre-Brexit. Ieri la moneta unica ha provato ad intaccare la resistenza compresa tra 1,134 e 1,142, mantenendosi al momento al di sotto della stessa.

Non escludo in ogni caso un allungo fino a 1,142 euro dove si andrà a verificare la possibilità di ulteriori rialzi, ma questo si andrà a vedere in seguito anche alla luce delle decisioni della Fed sui tassi di interesse Usa.

La debolezza odierna dell'oro sembra cozzare con la negatività delle Borse. Cosa può dirci in merito?

In effetti si nota una scarsa correlazione tra l'azionario e l'oro che si trova in una compressione di volatilità di breve periodo. La discesa odierna del gold in presenza di Borse debole è a mio avviso un dato incongruente, per cui dobbiamo aspettarci un movimento che possa essere sintomatico di una direzionalità dei mercati.

L'oro ha disegnato un cuneo con una compressione di volatilità che dovrebbe esplodere in qualche modo. Se le Borse decidessero di salire, il gold potrebbe appoggiarsi sul primo supporto a 1.314/1.315 dollari, mentre in caso contrario avremo un primo target a 1.379/1.380 dollari, dove abbiamo una prima resistenza di rilievo.

In presenza di un oro e di un azionario in calo, a fronte di un euro in salita, possiamo dire che c'è qualcosa che non torna. Il mercato è in confusione e i motivi riguardano tra gli altri le incertezze relative alle elezioni presidenziali Usa e alle mosse della Fed, fattori che stanno ledendo la serenità degli investitori.

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