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Ftse Mib: più rischi che opportunità ora. I titoli buy e sell

Di (KSE: 003160.KS - notizie) seguito riportiamo l'intervista a Pietro Paciello, Head of Business Development and Chief Analyst presso Tier1FX, al quale abbiamo rivolto alcune domande sulla situazione di Piazza Affari e sulle strategie da seguire per diversi titoli. Pietro Paciello è autore del libro appena pubblicato TRADING PLAN. Per info clicca qui

L'indice Ftse Mib si è riportato ad un soffio dai massimi della scorsa settimana dopo aver stornato verso i 19.800/19.700. Come valuta l'attuale impostazione di Piazza Affari e quali sono le sue attese nel breve?

Dal punto di vista pratico a Piazza Affari le riserve rimangono ma sempre in termini di rapporto rischio-rendimento. Un mercato comprato a inizio dicembre prometteva un rapporto rischio-rendimento quasi ineguagliabile, mentre in questo momento la domanda che mi pongo, soprattutto confrontando le valutazioni attuali con il contesto intermarket è la seguente: vale la pena avere ancora un atteggiamento rialzista ora su Piazza Affari, quando lo spazio rialzista a disposizione da parte del nostro indice rispetto agli stop da fissare non è così adeguato?

A mio avviso il mercato è molto tirato verso l'alto e secondo il mio abituale rapporto rischio-rendimento, non ci sono gli elementi che lo rendono appetibile. Il Ftse Mib è ancora orientato al rialzo, ma bisogna chiedersi se ai livelli attuali ci siano più rischi che opportunità. La mia idea è che in questo momento il mercato sia più rischioso che opportuno.

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Tornando all'analisi dell'indice, va detto che lo stesso potrebbe avere un'inversione in caso di discese al di sotto dei 19.500 punti, primo supporto dinamico che lo sostiene da dicembre in poi. Prima che ciò avvenga, qualunque posizionamento, sia rialzista che ribassista, non paga. E' vero che da diversi giorni mantengo una propensione verso lo short, ma onestamente non credo che nelle ultime sedute i rialzisti abbiano guadagnato qualcosa.

Nel mio posizionamento short sui bancari e su Fca noto una certa stabilizzazione e questo mi fa presumere che chi ha deciso per una strategia opposta alla mia sia nella stessa situazione, con un continuo andirivieni che non crea opportunità di guadagno.

Ribadisco che Piazza Affari in questo momento non ha un rapporto rischio-rendimento premiante, segnalando che sotto i 19.500 il Ftse Mib va shortato senza grandi dubbi, ma fino a quando si manterrà al di sopra del livello segnalato resterà un mercato ideale per chi è già in posizione, ma non certamente per chi vuole intervenire ora.

Al rialzo vedo una resistenza in area 20.500, per cui comprando ora lo si farebbe per un target di 1,5%/2%, a fronte di uno stop più oneroso, andando così ad invertire un rapporto rischio-rendimento equilibrato.
A livello intermarket non vedo condizioni favorevoli per una spinta impulsiva dell'azionario: questo non vuol dire andare short adesso, ma sotto i 19.500 di Ftse Mib ci sarebbero buone opportunità per farlo.

Nel settore bancario qual è il suo giudizio su Unicredit e Intesa Sanpaolo?

Rifacendomi a quanto detto poc'anzi e avendo ben presente che sto anticipando eventuali correzioni del mercato, confidando molto nello scenario intermarket più che nell'aspetto grafico del Ftse Mib, credo che il Ftse bancario abbia raggiunto una resistenza molto importante e mi riferisco all'area dei 10.200.

Fino a quando vedrò il Ftse bancario sotto questo livello non comprerò bancari e se proprio devo intervenire lo farò al ribasso, come del resto sto facendo.
La barriera dei 10.200 del Ftse bancario ha respinto gli allunghi già a febbraio e 4-5 mesi prima e si tratta di un ostacolo difficile da superare, motivo per cui ritengo sia il caso di provare a vendere al ribasso i bancari di Piazza Affari, quando però il Ftse Mib ci darà il via libera con discese sotto i 19.500 punti.

Guardando da vicino Intesa Sanpaolo, è abbastanza chiaro che i corsi sono arrivati ad un punto di svolta e mi riferisco all'area dei 2,6 euro, resistenza tecnica facile da tracciare. La domanda da porsi è se una volta arrivati a 2,6 euro in forte ipercomprato, il mercato non andrà ad innescare fenomeni di liquidazione/short selling.

Per me Intesa Sanpaolo vicina ai top di periodo con l'indice sotto resistenza è da chiudere o da shortare, per cui la mia view è moderatamente ribassista. Con una chiusura giornaliera al di sotto dei 2,45 euro ci sarà il rischio di ritrovarsi il titolo in area 2,2 euro.

Simile il discorso di Unicredit che rispetto ad Intesa Sanpaolo avrebbe un po' di spazio di salita in più, visto che il prossimo test rialzista è in zona 14,83/14,9 euro, salvo accelerazioni verso il successivo massimo relativo a 15,4 euro.
A differenza di Intesa Sanpaolo, Unicredit sembra meno pronto a scendere, ma il titolo ci ha abituati in passato ad essere più veloci nelle fasi impulsive di una nuova tendenza.

Quella che può arrivare è chiaramente ribassista visto che la tendenza attuale è long, per cui per quanto Unicredit si mostri oggi tonica e resistente, la mia esperienza mi insegna che se il mercato dovesse indebolirsi, il titolo scenderà più velocemente di Intesa Sanpaolo.

In caso di flessione segnalo un bel supporto a 13,05 euro dove probabilmente la prima spinta dovrebbe esaurirsi. Valuterei acquisti solo sopra i 15,5 euro perchè in tal caso Unicredit annullerebbe le considerazioni fatte fino ad ora, ma per il momento a mio avviso gli allunghi sono da vendere.

Quest'oggi Tenaris e Saipem stanno catalizzando gli acquisti, registrando le due migliori performance tra le blue chips. Quali strategie ci può suggerire per questi due titoli?

Abbiamo un petrolio che, per quanto sia entrato in un trend di medio termine abbastanza negativo, sta dando dei segnali di potenziale breakout rialzista sul breve.
I due titoli oggi trovano una reazione molto importante nel ritorno delle quotazioni dell'oro nero al di sopra dei 48 dollari al barile.
Su Tenaris abbiamo una resistenza evidente in area 15,75 euro, oltre la quale il titolo diventerà un potenziale buy per chi vuole cavalcare l'onda petrolio.

Se dovessi sfruttare un'eventuale ondata rialzista del greggio, sganciandomi della logica indice, guarderei con maggiore interesse a Saipem che ho già messo in portafoglio, raddoppiando la posizione long sul titolo.
Saipem ai prezzi attuali rimane un'opportunità in termini di rapporto rischio-rendimento, perchè se si osserva la precisione con cui ha tenuto il supporto in area 0,39 euro, è sufficiente entrare sul titolo prima che il petrolio allunghi, in quanto su tenuta di 0,39 euro mi aspetto un'accelerazione abbastanza forte verso quota 0,5 euro.
Rimango long su Saipem con stop a 0,375 euro, convinto che più di Tenaris sia un titolo da comprare.

Moncler oggi sta segnando nuovi massimi storici in area 20,5 euro. Consiglierebbe di acquistare il titolo ora?

Essere in presenza di massimi storici rende un po' arduo il compito dell'analista tecnico perchè non avendo riferimenti tecnici alternativi, il massimo in quanto tale mette un po' in difficoltà.
Dal punto di vista pratico volendo andare a fare una proiezione, segnalo su Moncler che siamo entrati in una zona di pericolo, in quanto arriva su questi massimi storici in perfetta divergenza ribassista.

Da notare che il massimo di oggi è la parallela perfetta degli ultimi minimi crescenti, per cui siamo sulla fascia superiore di un canale ascendente storico in essere da novembre 2015 e guarda caso oggi il titolo ci arriva con una precisione assoluta.

La domanda da porsi anche in questo caso è se ci sia un buon rapporto rischio-rendimento: se avessi Moncler in portafoglio liquiderei metà della posizione e lascerei correre la parte restante, uscendo completamente dal titolo in caso di cedimento di area 19 euro.
In caso di debolezza avremo una nuova base di accumulo in area 16 euro e non prima.

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