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Il Ftse Mib resta orientato al ribasso: i livelli da monitorare

Di seguito riportiamo l'intervista realizzata a Gianluigi Raimondi, analista tecnico e co-fondatore di Finanzaoperativa.com, con domande sull'indice Ftse Mib e su alcune blue chips.

L'indice Ftse Mib ha testato oggi l'area dei 16.400 punti, distante ben 1.000 punti dagli ultimi massimi relativi. Ritiene che la discesa sia giunta al capolinea?

Dal punto di vista tecnico nelle ultime sedute il Ftse Mib ha violato al ribasso il supporto dinamico ascendente di medio periodo a quota 16.770 punti, ed è quello che fa preoccupare, visto che l'indice è uscito dal canale rialzista di fondo nel quale era ancora inserito da fine giugno.

Questo movimento al ribasso è stato confermato dall'incrocio al ribasso a quota 16.835 della media mobile a 21 sedute e a quota 16.695 punti da quella a 50 giorni.
In seguito i corsi sono scivolati ulteriormente al ribasso violando il supporto a 16.500 che sta provando a riconquistare oggi.

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La mia idea è che la fase di ribasso non sia ancora conclusa perchè il prossimo supporto di rilievo lo vedo in area 16.230 punti e fino a questo livello si potrebbero avere ulteriori discese.
Nell'ipotesi in cui venisse violato anche questo sostegno avremo un target successivo sulla soglia psicologica dei 16.000 punti e penso che il Ftse Mib possa spingersi fin lì.

Si potrebbe anche avere una breve fase di consolidamento/laterale intorno ai 16.450 punti, ma secondo me non passerà il breve termine, tenendo conto che Wall Street sembra aver intrapreso un movimento correttivo. Da notare che si stanno moltiplicando i giudizi negativi sull'azionario Usa da parte delle principali case di investimento e come ben sappiamo se Wall Street ha il raffreddore, Piazza Affari come minimo ha una polmonite.

Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) settore bancario come valuta l'attuale impostazione di Unicredit (EUREX: DE000A163206.EX - notizie) e Intesa Sanpaolo (Amsterdam: IO6.AS - notizie) ?

Proprio oggi Unicredit sul grafico giornaliero ha violato al ribasso un supporto dinamico ascendente coincidente a 2,13 euro con la media mobile a 50 giorni. Questo segnale ribassista potrebbe agevolare un'ulteriore discesa dei corsi verso 1,913 euro in primis, per poi riportare il titolo sui minimi di agosto a quota 1,741 euro.
Per ora vedo difficile un recupero e un'inversione sarà credibile solo sopra 2,2 euro, dove transita la media mobile a 21 sedute, con successivo target a 2,4 euro.

Al contrario di Unicredit, Intesa Sanpaolo si trova ancora al di sopra del supporto dinamico ascendente di breve-medio termine, ma anche al di sopra delle medie mobili a 21 e a 50 sedute.
Questo potrebbe favorire un prossimo recupero del titolo verso quota 2,2 euro. Intesa Sanpaolo potrebbe scendere di meno rispetto ad altri bancari, ma difficilmente riuscirà a muoversi in controtendenza.

Al ribasso il prossimo obiettivo è individuabile a 1,965 euro e in seguito più avanti nel tempo a quota 1,8 euro. Sarei propenso per una fase laterale su Intesa Sanpaolo nel caso in cui il comparto bancario dovesse continuare a correggere.

Nelle ultime sedute Telecom Italia (Other OTC: TIAJF - notizie) è stato piuttosto penalizzato dalle vendite? Valuterebbe un acquisto sui livelli attuali?

Il segnale generato da Telecom Italia nelle ultime due sedute è ribassista, perchè è stato violato a 0,75 il supporto statico di breve termine, e sostanzialmente sullo stesso livello la media mobile a 50 giorni.
Questo segnale ribassista potrebbe anticipare un'ulteriore discesa dei corsi verso l'area compresa tra 0,7125 euro e la soglia di 0,7 euro.

La discesa di Telecom Italia non favorisce un acquisto del titolo in questo momento e solo l'eventuale ritorno al di sopra di 0,8 euro potrebbe dare qualche credibile segnale di ripresa.
A chi ha già il titolo in portafoglio suggerirei di mantenerlo, sconsigliando assolutamente di mediare le posizioni.

Ci sono altri titoli che vuole segnalarci a Piazza Affari?

Tra i titoli a minore capitalizzazione vorrei parlare di Beni Stabili (Londra: 0OF3.L - notizie) che ha annunciato un finanziamento di 710 milioni di euro. Il titolo dal punto di vista tecnico sembra aver trovato un sostegno a quota 0,517 euro, e la conferma di questa inversione si avrà tuttavia solo con un ritorno dei corsi al di sopra di 0,536 euro. Oltre questo livello avremo un primo obiettivo a 0,564/0,565 euro e in seguito in area 0,6 euro, suggerendo di fissare uno stop loss sotto 0,516 euro a quanti volessero aprire posizioni long.

Tra le blue chips guarderei a Buzzi Unicem (Londra: 0NVQ.L - notizie) che sembra essere intenzionato ad invertire al rialzo la rotta e proprio oggi ha incrociato la media mobile a 50 sedute che transita in area 18,15 euro.
I prossimi obiettivi sono individuabili a 18,77 euro e poi a 19,3 euro, oltre cui sposteremo l'attenzione a 19,76 euro, ossia sul massimo dello scorso agosto. A chi volesse acquistare Buzzi Unicem consiglierei di fissare uno stop loss all'eventuale cedimento dei 17,3 euro, minimo del 12 settembre.

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