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Ftse Mib: la strategia per contenere le perdite sul capitale

Alle 11 Piazza Affari registrava un passivo pari a -0,4% con una diffusa debolezze su tutta l'Europa. Come operare questa settimana? Le strategie e i consigli di Stefano Masa Head of QuantInvest® Research & Analysis Department.

I mercati continuano a registrare un andamento incoraggiante, anche se i record storici di Wall Street non appartengono all'Europa. Diversa (Amburgo: XA6.HM - notizie) , invece, la situazione dell'obbligazionario. E' possibile fare il punto della situazione?

La settimana appena trascorsa si è conclusa registrando un saldo finale positivo sulle principali piazze finanziarie: un corale andamento rialzista caratterizzato prevalentemente dal diffuso ottimismo proveniente dagli Stati Uniti d’America e dall’ormai – apparentemente scontato – rialzo dei tassi d’interesse da parte della banca centrale statunitense. Se fino a qualche settimana fa le probabilità per una stretta monetaria erano ancora molto lontane tra gli intervistati - ora invece - da recenti dati diffusi si apprende un significativo consensus superiore all’80%. Rimaniamo pertanto in attesa che - l’aspettativa - si concretizzi in occasione dell’imminente prossimo incontro.

Se da un lato abbiamo commentato gli ulteriori rialzi sui mercati azionari - all’opposto invece - il fronte obbligazionario si è caratterizzato per i suoi rendimenti in crescita: il titolo biennale tedesco (benchmark tipico impiegato dagli operatori in situazioni di incertezza) vede il proprio yield negativo attorno a 0,90%. Anche i titoli di stato Usa vedono un rialzo generalizzato sia sulla parte breve (il sottostante a 2 anni rende circa l’1,30%) che sulla parte lunga (il decennale ha superato il 2,40%). Per quanto riguarda invece l’Italia, nel corso dell’ultima asta dei titoli con scadenza a 5 anni, il rendimento è salito portandosi all’1,10% rispetto al precedente 0,54% dello scorso dicembre.

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Complessivamente stiamo assistendo ad una tipica correlazione inversa tra i mercati azionari (in rialzo) ed i mercati obbligazionari (corsi in flessione): una situazione che – dal punto di vista teorico – sembra essere coerente con un ritorno di fiducia sulla componente equity ma, come è sempre bene sottolineare, la semplicità di paradigma sui mercati finanziari è sinonimo (troppe volte) di superficialità infatti, è opportuno sottolineare come, sul mercato dei derivati, ci sia un incremento significativo e costante di posizioni corte sui principali indici azionari.

Quali sono stati i principali temi che si sono evidenziati nel corso della settimana trascorsa?

Senza ombra di dubbio il market mover più atteso nei giorni scorsi è stato il primo discorso tenuto al Congresso dal neoeletto Presidente Usa Donald Trump. Rispetto alla retorica utilizzata in campagna elettorale si è potuto assistere ad un più sobrio eloquio ma – a mio personale parere – privo di quella concretezza operativa “sul come” attuare “il cosa” in precedenza promesso. Di (KSE: 003160.KS - notizie) fatto è stato confermato l’impegno nell’aumentare le risorse per la Difesa così come la riforma (con sostituzione) dell’Obamacare; il taglio delle tasse ha preso maggior peso quale oggetto della prossima fase di azione politica ma non si è entrati nei dovuti dettagli. Di sicuro il mercato attende – ormai forse da troppo tempo – le prime mosse del numero uno della Casa Bianca: i nuovi record registrati dagli indici americani potrebbero coincidere ad ultimi colpi di coda prima di un eventuale significativa discesa che, se si fosse concretizzata in coincidenza di precedenti livello di prezzo (es.: la temuta soglia dei 1.850 punti di S&P500), avrebbe compromesso seriamente l’intero listino Usa. Oggi invece - soglia 1.850 punti - potrebbe essere il primo target ribassista in caso di inversione di trend su ottica di medio termine. Breve parentesi sul vecchio continente: i recenti dati sull’inflazione hanno evidenziato un segno positivo ma, nonostante il valore in termini assoluti, è opportuno rilevare come quello più importante (relativo alla componente base) sia molto lontano dagli obiettivi della Bce (Toronto: BCE-PRA.TO - notizie) . Quest’ultimo fattore potrebbe focalizzare maggiormente l’attenzione degli operatori in occasione del prossimo intervento di Mario Draghi.

La situazione del Ftse Mib in apertura di settimana

L’indice domestico ha beneficiato dell’andamento positivo dell’intero comparto bancario che – come spesso accade – ha trascinato al rialzo i corsi. L’accantonata vicenda sul dossier Intesa-Generali (EUREX: 566030.EX - notizie) ha favorito lo sprint iniziale per poi, grazie ai nuovi record provenienti dagli Usa, agevolare il raggiungimento di alcune soglie di prezzo (es.: soglia psicologica dei 19.000 punti) interessate da implicazioni grafiche dove – in molti – attendevano prima di un posizionamento long: l’attuale soglia di criticità è individuabile attraverso il mancato supporto di area 19.076,90 che - in caso di cedimento - ci riporterebbe in prossimità di quota 18.525 punti. Sul listino italiano - un ulteriore segnale di forza - si potrebbe avere mediante il superamento della resistenza a 19.818 con potenziale allungo sopra i 20.223 punti.

Quali le migliori strategie da seguire?

Come anticipato nel corso del precedente intervento, cercherò di sintetizzare molto brevemente una possibile strategia “hedged” per tutti coloro che – consapevoli del rischio sul mercato azionario – vogliono beneficiare di un potenziale rendimento costante ma contenuto senza alcun impiego di strumenti derivati (futures o opzioni).

Analizzando l’andamento della volatilità così come il VaR – entrambi su domini temporali decadali – si può osservare una complessiva diminuzione dei valori della deviazione standard all’interno dei quali, la cosiddetta volatilità positiva (riconducibile ai soli scostamenti positivi) rappresentata dall’Upside Risk Index è maggiore rispetto a quella delle variazioni negative (Downside Risk Index). Se ad una prima occhiata questo rapporto è interpretabile positivamente, talvolta però queste condizioni si presentano quale anticamera ad una inversione di tale ratio.

La strategia che pertanto potrebbe contenere eventuali perdite per il proprio capitale rispetto ad una marcata discesa del mercato è così composta: suddivisione della componente azionaria attraverso due singoli strumenti finanziari equamente pesati al 50% con, una parte long strategy rappresentata da una Sicav gestita attivamente (Beta inferiore a 1 in caso di mercati discendenti e all’opposto Beta maggiore di 1 in caso di andamento rialzista); parallelamente si procede con l’affiancamento della “copertura” mediante ETF short (leva 1). La somma delle variazioni percentuali di entrambi gli strumenti finanziari genererà sostanzialmente a fine giornata un posizionamento market neutral dell’intero portafoglio.

Ovviamente i risultati non potranno mai essere paragonabili ad una strategia direzionale ma – come si può osservare in occasione del ritracciamento dello scorso 2016 – ritengo possa essere una buona “protezione” senza alcuna preclusione al possibile beneficio di rendimento (rispetto ad un portafoglio completamente obbligazionario.

Quali i titoli da monitorare?

Al fine di poter dare seguito alla precedente strategia, quest’ultima può essere ovviamente implementata attraverso singoli titoli azionari e pertanto per le prossime sedute viene suggerito l’acquisto (equipesato) su Atlantia (Londra: 0I2R.L - notizie) , Campari (Milano: CPR.MI - notizie) , Exor, Intesa Sanpaolo (Amsterdam: IO6.AS - notizie) e Mediolanum (Amsterdam: 976622.AS - notizie) (prezzo di mercato alle ore 16:30) con contestuale acquisto (a prezzo di chiusura) di ETF short leva 1 sull’indice Ftse MIB.

Se il mercato azionario domestico continuerà positivamente la propria corsa nei prossimi giorni i titoli (parte long del portafoglio) tenderanno a sovraperformare la componente short mentre - in caso di mercato ribassista - il sottostante ETF “attenuerà” il ritracciamento.

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