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Fuga dall'euro, le valute europee sotto pressione

E' una vera e propria ritirata strategica quella che Nils Bernstein, governatore della Banca centrale della Danimarca, ha segnalato mettendo in guardia il governo sulle forti pressioni che la corona danese sta subendo da parte degli investitori in cerca di un rifugio in Europa. Una pressione molto forte, provocata dall'attrazione degli investitori dal ridotto deficit di bilancio del Paese e dal surplus delle partite correnti. Attrazione che li porta a versare denaro in obbligazioni danesi, dove i tassi nell'ultimo mese sono stati tagliati due volte arrivando al minimo storico dello 0,45%. A rendere la situazione più complicata alla Banca centrale sono alcuni hedge funds, che stanno prendendo posizioni sulla corona danese come assicurazione contro un eventuale crollo dell'euro.
La Danimarca, come la Svizzera, si trova nella situazione di aver speso decine di miliardi per acquistare l'euro e difendere il Paese dalla moneta unica. La corona danese però, rispetto al franco svizzero, è visto da buona parte degli investitori come una scommessa molto meno rischiosa rispetto al franco, perché la Banca centrale danese ha speso nell'ultimo mese più di quanto non abbia fatto dall'inizio del 2010 per difendere la sua moneta, facendo raddoppiare le riserve di circa 200 milioni di corone - corrispondenti a 24 milioni di dollari - dal 2008 a oggi. Un mercato valutario, quello danese, ancora molto piccolo, che rappresenta appena lo 0,6%del fatturato medio giornaliero, rispetto al 6,4% del fatturato per il franco svizzero e il 39% dell'euro.

Stessa situazione si sta verificando in Svizzera e nel Regno Unito. La Banca centrale svizzera ha intrapreso nuove misure per proteggere i suoi finanziatori da un'eventuale crisi dell'euro, rafforzando le difese della sua moneta contro i numerosi flussi degli speculatori. Non sono state specificate nel dettaglio quali misure verranno applicate, ma Thomas Jordan, presidente del consiglio di amministrazione della Banca nazionale, alla fine del mese scorso ha sollevato la possibilità che la Svizzera potrebbe introdurre controlli di capitale qualora la crisi dell'eurozona si intensificasse. Non a caso, la Svizzera è entrata a far parte del Comitato di Basilea, organismo mondiale per la vigilanza bancaria, e ha precisato che andrà a proteggere le sue banche attraverso l'utilizzo dei cosiddetti "buffer di capitale anticiclici",che vanno a regolamentare il settore bancario come previsto dagli accordi di sicurezza all'interno del provvedimento Basilea III.

Anche in Inghilterra, la situazione si sta incrinando: se fino a qualche tempo fa la sterlina veniva considerata il "paradiso della scelta"in Europa, oggi Sir Mervyn King, governatore della Bank of England, ha proposto nuove misure per stimolare l'economia britannica, attraverso un regime di "finanziamento per il prestito", in modo da iniettare più liquidità nel sistema. Un sistema di misure che per gli analisti ha i suoi pro e contro: se da una parte infatti questi nuovi stimoli potrebbero dare alla sterlina una spinta iniziale per ripristinare la fiducia nell'economia, dall'altra questo "allentamento" sulla valuta potrebbe essere negativo. Quando i timori dell'uscita della Grecia dall'Eurozona erano elevati, gli investitori stranieri - a maggio - si erano rifugiati nella sterlina, che aveva raggiunto il livello più alto nei confronti dell'euro dopo il crollo di Lehman Brothers: 1.26. Successivamente però, la sterlina ha sottoperformato tutte le altre valute importanti, spingendo la Banca d'Inghilterra a discutere di un maggiore allentamento monetario. Una mossa che però gli investitori avevano già previsto, dati i forti legami della Banca inglese con la zona euro, dove la crisi del debito sovrano è peggiorata, anche in seguito all'imminente salvataggio della Spagna e dove le elezioni greche possono avere un grosso peso sul destino della sterlina. La speranza per molti è un barcollamento dei mercati finanziari globali, successivo alle elezioni, che porterebbe ad un guadagno della sterlina. Ma gli analisti di HSBC non sono d'accordo, e sostengono che un significativo peggioramento della crisi nella zona euro potrebbe invece portare l'euro a superare la sterlina. Perchè ogni ricaduta sul settore bancario globale potrebbe avere un impatto maggiore più sull'economia britannica che su quella dell'euro zona. Altri - come Steven Saywell, strategist di valuta straniera presso PNB Paribas, sostengono che la sterlina supererà l'euro indipendentemente dalla situazione peggiore o migliore che si potrebbe verificare nell'eurozona.Per il momento, la sterlina è ai suoi massimi pluriennali nei confronti dell'euro. E il suo status di rifugio è ancora vigente.