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Genitori fanno causa al figlio 30enne per mandarlo via di casa

La famiglia Rotondo (foto Yahoo Notizie)
La famiglia Rotondo (foto Yahoo Notizie)

Ci fu un tempo nel quale un ministro, nella fattispecie Tommaso Padoa-Schioppa, sdoganò la parola ‘bamboccione‘, spiegando che bisognava fare in modo di incentivare i giovani a lasciare la casa di famiglia per andare a vivere in autonomia.

Oggi un giudice della Corte Suprema americana ha ordinato a un 30enne americano di smettere di fare il bamboccione e di uscire dalla casa dei genitori, che pur di non vederlo più gironzolare per casa sono arrivati al punto di fargli causa.

Michael Rotondo ha sempre abitato nel paesino di Camillus, presso Syracuse. Siamo nello Stato di New York e le possibilità di far carriera e di farsi una famiglia tutta per sé sono molteplici. Tuttavia Michael ha sempre preferito rimanere a casa dei suoi. Servito, e riverito. Con le spese pagate. Senza mai collaborare. E soprattutto senza mai sforzarsi a trovare un lavoro.

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La famiglia aveva addirittura stanziato una cifra considerevole (1.100 dollari) per convincerlo a prendere casa altrove e a trovarsi un impiego, ma il figliolo ha intascato i soldi, e li ha spesi per oggetti ludici. A 30 anni Michael si era difeso dicendo di avere diritto di scegliere dove abitare. Ora però la faccenda è arrivata in tribunale, con i genitori letteralmente stufi di averlo tra i piedi. E il giudice ha dato ragione a loro: Michael deve andarsene.

Il giudice Donald Greenwood è stato piuttosto chiaro: “Ti voglio fuori da quella casa“. Il ragazzo ha definito il provvedimento ‘oltraggioso’ annunciando che farà ricorso contro la decisione, e commentando sorridente, come se fosse caduto dal pero: “Non vedo perché non possiamo semplicemente aspettare un po’ prima che me ne vada“. Nel frattempo, però, dovrà levare le tende: c’è uno sfratto esecutivo al quale non si può opporre resistenza.

La decisione del giudice arriva dopo che i genitori, previa assunzione di un avvocato, avevano inviato ben cinque lettere di avvertimento al figlio – d’altronde, vivevano da separati in casa – nelle quali era stato scritto: “Abbiamo deciso che devi lasciare immediatamente questa casa. Hai due settimane e non ti sarà permesso di tornare. In caso contrario, andremo per avvocati pur di far rispettare questa decisione. Ci sono posti disponibili anche per chi come te ha una pessima storia lavorativa, e ti aiuteremo a uscire da qui con un contributo“.

Ora Michael dovrà rimboccarsi le maniche, cosa che non ha mai fatto. Sempre che il ricorso non gli dia ragione…

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