Annuncio pubblicitario
Italia markets open in 5 hours 48 minutes
  • Dow Jones

    38.790,43
    +75,66 (+0,20%)
     
  • Nasdaq

    16.103,45
    +130,27 (+0,82%)
     
  • Nikkei 225

    39.445,26
    -295,18 (-0,74%)
     
  • EUR/USD

    1,0875
    -0,0001 (-0,01%)
     
  • Bitcoin EUR

    60.720,66
    -1.494,33 (-2,40%)
     
  • CMC Crypto 200

    885,54
    0,00 (0,00%)
     
  • HANG SENG

    16.606,98
    -130,14 (-0,78%)
     
  • S&P 500

    5.149,42
    +32,33 (+0,63%)
     

Germania e Francia usarono lo spread per "cacciare" Berlusconi

Il Governo dei tecnici arrivò grazie alla spallata finanziaria di Francia e Germania. Era l’autunno 2011, quello del sorrisetto complice della coppia Sarkozy-Merkel al vertice dei G20. Erano i giorni di Berlusconi in bilico per gli scandali sessuali, dello spread che si allargava a dismisura e delle voci di un possibile salvataggio dell’Fmi.

Giulio Tremonti, all’epoca ministro dell’Economia e spina nel fianco di Berlusconi, nel suo libro Bugie e Verità apre alla teoria del complotto, quello ordito dalle due potenze europee, per mettere fuori gioco il premier italiano e, magari, commissariare l’Italia. La crisi dello spread sarebbe stata orchestrata come reazione all’opposizione di Berlusconi verso il fondo salva-stati, l’Efsf successivamente affiancato dall’Esm.

Berlusconi aveva proposto che la partecipazione ai fondi da parte dei singoli Stati avvenisse non sulla base della grandezza delle singole economie, ma in base alle responsabilità delle banche nazionali nella crisi finanziaria del 2008: per l’ex Cavaliere avrebbero dovuto pagare di più gli istituti che con i loro titoli tossici avevano scatenato la crisi. Una proposta che non piaceva per niente ad Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, perché le banche tedesche e francesi – a differenza delle italiane – erano state maggiormente esposte alla tossicità dei subprime.

Ecco allora scattare la trappola finanziaria. All’inizio del 2011 Deutsche Bank iniziò a cedere Bot e Btp, un’operazione che scatenò un effetto domino: percepito il pericolo molti altri istituti iniziarono a disfarsene. Secondo Tremonti, insomma, l’attacco ai bond italiani sarebbe stato ordinato da Germania e Francia per dare la definitiva spallata a Berlusconi, già minato dalle scissioni all’interno della sua maggioranza e percepito come il principale ostacolo nei piani di salvataggio degli stati in crisi.

Un anno fa, in un altro memoriale di quei giorni, Luis Zapatero raccontò come, nei giorni del G20, Italia e Spagna fossero state messe sotto pressione dagli altri governi per accettare l’aiuto dell’Fmi e finire sotto commissariamento.

A tre anni di distanza i Btp sono tornati ai massimi storici, nonostante la situazione dell’economia reale non sia migliorata rispetto a tre anni fa, anzi. Per Tremonti non c’erano ragioni sufficienti all’attacco dei nostri bond, eppure, per via finanziaria, si combatté una battaglia politico-economica, con l’Italia messa all’angolo e l’insediamento di un premier, Mario Monti, di palese orientamento europeista. Quanta verità c’è nella “verità” di Tremonti?