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Germania potrebbe mancare target donazioni vaccini, incolpa produttori

Bandiera tedesca riflessa nella finestra di un edificio

BERLINO (Reuters) - La Germania potrebbe mancare l'obiettivo stabilito per le donazioni dei vaccini anti-covid, pari a 100 milioni di dosi per quest'anno, a causa delle condizioni imposte dalle case farmaceutiche e delle mancate consegne.

È quanto si legge in una lettera vista da Reuters inviata dal ministero tedesco della Salute a Bruxelles.

Le 100 milioni di dosi rappresentano circa la metà del totale delle donazioni promesse dagli Stati membri del blocco ai Paesi più poveri per quest'anno, secondo la Commissione Ue.

Ma il 19 ottobre il ministero degli Esteri ha reso noto che la Germania aveva donato solamente il 17% del totale.

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In una lettera inviata ieri alla Health Emergency Preparedness and Response Authority (Hera) della Commissione, Thomas Steffen, segretario di Stato presso il ministero tedesco della Salute, ha affermato che si stanno verificando "attualmente problemi burocratici, logistici e legali" imposti dai produttori dei vaccini nei confronti dei Paesi Ue che vogliono donare le dosi in avanzo.

In questo modo si rende "una rapida risposta alle richieste internazionali di aiuto quasi impossibile", ha aggiunto Steffen.

La lettera rappresenta fino a questo momento il più forte segnale di tensione tra i governi e le case farmaceutiche in merito alle donazioni. La Ue e i Paesi più ricchi, i cui cittadini più vulnerabili sono stati in ampia parte già vaccinati, stanno ricevendo forti pressioni da parte dell'Organizzazione mondiale della Sanità affinché contribuiscano alla consegna di un maggior numero di dosi ai Paesi più poveri, molti dei quali sono riusciti a inoculare solo un piccola parte della popolazione.

"Con il numero di dosi avanzate in aumento in molti Stati membri, ci troveremo ben presto in una situazione di emergenza relativa alla ridistribuzione dei vaccini a livello globale", ha scritto Steffen. "Alcuni Paesi potrebbero essere costretti a sprecare ampi volumi di preziosissimi vaccini necessari in altre parti del mondo".

Tra gli ostacoli che si presentano al momento della donazione rientrano i prezzi minimi di vendita, gli onerosi rimborsi richiesti ai Paesi che ricevono le dosi e le limitazioni relative alla distribuzione alle organizzazioni internazionali.

Le modifiche ai volumi di consegna attesi e le date di scadenza dei vaccini contribuiscono a rendere più difficile la pianificazione, ha detto ancora il funzionario tedesco.

Steffen ha affermato che quest'anno AstraZeneca e Johnson & Johnson potrebbero essere in grado di consegnare insieme appena 50 milioni di dosi del vaccino contro il coronavirus, e quindi la Germania dovrà donare anche le dosi di Pfizer/BioNTech e Moderna, che sono al centro della campagna vaccinale del Paese.

Al momento non è stato possibile avere un commento dalle aziende.

I Paesi Ue hanno promesso per la maggior parte di donare i preparati di AstraZeneca e Johnson & Johnson. Molti Stati membri hanno limitato l'impiego dei due composti a causa di casi molto rari di coaguli.

Donazioni ridotte rispetto agli impegni presi inizialmente potrebbero contribuire a inasprire le critiche nei confronti dei Paesi più ricchi, che hanno iniziato a distribuire i richiami e a inoculare gli adolescenti, considerati un gruppo con rischio lieve di sviluppare una forma grave del Covid-19, mentre la pandemia continua a imperversare altrove.

(Andreas Rinke, tradotto in redazione a Danzica da Michela Piersimoni, in redazione a Roma Francesca Piscioneri, michela.piersimoni@thomsonreuters.com, +48 587696616)