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Gianluca Sada, l'Italia è pronta per la bici senza raggi

Il giovane ingegnere presentò il tuo progetto come tesi di laurea. Oggi ha creato una startup tutta italiana ed è pronto a portare sul mercato l'innovativa tecnologia


Cercava una soluzione all'ingombro di una bicicletta. Quando l'ha trovata, prima ne ha fatto la sua tesi di laurea (brevettando prima il progetto) e ora la sua azienda. Vi abbiamo raccontato qui la storia di Gianluca Sada, ingegnere 30enne, ideatore della prima bicicletta senza i raggi nelle ruote. Ma dopo l'exploit mediatico, dopo le pacche sulle spalle, che fine ha fatto il progetto? È più vivo che mai, ancora completamente made in Italy e quasi pronto per sbarcare sul mercato mondiale.

Cos'è cambiato dalla nascita del tuo progetto?
Ora non è più solo una tesi di laurea. La Sadabike è diventata una startup con sede a turino, incubata presso la I3P, incubatore di imprese innovative del Politecnico di Torino. Ho un socio, Giovanni Tonno della Fomt (Fonderie Officine Meccaniche Tonno), industria del settore metallurgico con cui, tramite l'incubatore, ho costruito la società.

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Il prodotto è arrivato sul mercato?
Non ancora, ma in queste settimane abbiamo finito la fase di reingegnerizzazione per creare il prototipo su cui poi si baserà la produzione. Un lavoro che non sarebbe stato possibile senza l'aiuto dello studio MGR Design. Fra un paio di mesi i nuovi prototipi saranno pronti e li presenteremo al pubblico. Contiamo di avviare la produzione della Sadabike entro l'anno.

Quali sono le principali difficoltà che hai incontrato dalla nascita del progetto?
In primo luogo ho combattuto contro lo scetticismo, da parte dei potenziali fornitori italiani. In Italia c'è sempre scetticismo e difficoltà verso la creazione dei nuovi business. Mi dicevano: "Sì, è bella, ma non avrà mercato... A cosa serve?". Poi i riconoscimenti ricevuti dall'ordine degli ingegneri, il risalto mediatico e del pubblico che voleva la mia bici, hanno riequilibrato la situazione: ho cominciato a girare un po' per varie aziende italiane, perché volevo che la mia bici fosse completamente italiana. Ho ricevuto tantissimi contatti dalla Cina e dalla Germania, aziende straniere che volevano finanziare il progetto, ma ho tenuto duro e ho aspettato gli italiani. Quando ho trovato il partner giusto, sono partito.

Guarda il video del progetto

Dove hai trovato il capitale per finanziare il tuo progetto?
All'inizio ho fatto tutto da solo. Prima di discutere la tesi di laurea, come regalo i miei genitori hanno pagato il brevetto.

Nascono startup ogni giorno, cosa vedi in queste realtà?
Le startup che vedo anche nell'incubatore I3P mi sembrano molto concentrate sul web, mentre a me piace lavorare con la meccanica. Mi manca completamente quella parte, magari in futuro potrò rivolgermi a loro per integrare la mia società...

Cosa vedi nel tuo futuro?
In primo luogo, voglio far uscire la Sadabike sul mercato, svilupparlo e poi applicare questa tecnologia a modelli alternativi di mobilità.