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Giappone: allarme 'karoshi', ben 200 morti all'anno per troppo lavoro

Il primo caso di karoshi è stato segnalato nel 1969 con la morte di un operaio di 29 anni nel reparto di trasporto di un giornale giapponese.
Il primo caso di karoshi è stato segnalato nel 1969 con la morte di un operaio di 29 anni nel reparto di trasporto di un giornale giapponese.

Duecento morti l’anno per troppo lavoro. E’ quello che succede in Giappone, dove lo stile di vita e l’etica del lavoro porta i lavoratori a finire esausti, fino alla morte. E ora il governo ha deciso di intervenire, cambiando la legge.

Il termine giapponese per descrivere questo problema è “karoshi”, letteralmente “morte per eccesso di lavoro”. In Giappone, infatti, le aziende obbligano i dipendenti a tantissime ore di straordinario per massimizzare la produzione e ci sono lavoratori che accumulano oltre 100 ore di straordinari al mese. Le cause mediche principali delle morti da karoshi sono attacco cardiaco dovuto a sforzo e stress.

Il primo caso di karoshi è stato segnalato nel 1969 con la morte di un operaio di 29 anni nel reparto di trasporto di un giornale giapponese. Nel 1987, mentre l’interesse pubblico era aumentato, il Ministero del Lavoro giapponese ha cominciato a pubblicare le statistiche sul karoshi. Una morte per infarto viene considerata karoshi se il dipendente ha fatto 100 ore di straordinario il mese precedente, o 80 nei due mesi prima dell’evento. Un suicidio può essere considerato karoshi se il lavoratore è stato impegnato in 160 ore di lavoro extra per un mese o 100 ore per tre mesi consecutivi.

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Per questo motivo il premier Shinzo Abe ha promesso di intervenire, con l’obiettivo di rendere il lavoro più sano. Il problema è che tra governo e sindacati è già rottura su quello che dev’essere considerato il tetto massimo di straordinari da poter far fare ai dipendenti. Per il governo, infatti, proprio in base alla giurisprudenza sul karoshi, il tetto massimo di ore extra non dovrebbe poter superare la quota di 100 al mese, mentre i sindacati vogliono abbassarla a 80 ore.

Inoltre, il piano del governo prevede anche l’imposizione di 11 ore di riposo tra la fine di un turno e l’inizio del seguente. Riposo attualmente disatteso dalle aziende, che addirittura tengono delle brande in ufficio per permettere ai dipendenti di ‘riposare’ qualche ora prima di riprendere il lavoro il mattino seguente. E non solo per casi eccezionali, ma come abitudine quotidiana, tenendo i lavoratori lontani dalla famiglia e obbligandoli a decine di ore di straordinari a settimana.