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Giappone lascia politica monetaria invariata nonostante segnali recessione

TOKYO (Reuters) - La Banca del Giappone ha mantenuto inviariato il suo stimolo espansivo al termine del meeting del proprio board, nonostante il rallentamento dell'export e il calo dei prezzi del greggio minaccino la possibilità di raggiungere l'obiettivo di un'inflazione a 2% l'anno prossimo.

Come atteso, l'istituto nipponico ha lasciato i tassi fermi e confermato l'impegno a incrementare la base monetaria al ritmo di 80.000 miliardi di yen l'anno (circa 591 miliardi di euro).

Le pressioni per nuove misure di stimolo si concentrano ora sul prossimo meeting, del 30 ottobre, quando è atteso anche un taglio delle stime di lungo termine su crescita e prezzi da parte dello stesso istituto centrale.

"La decisione era attesa ma mi aspetto che la BoJ allenti ulteriormente la propria politica alla fine del mese", spiega Yasunari Ueno, chief market economist di Mizuho Securities.

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Nel trimestre aprile-giugno l'economia giapponese si è contratta e alcuni analisti si aspettano un altro calo nel trimestre successivo legato alla flessione della domanda globale e alla debolezza dei consumi.

I prezzi al consumo 'core' hanno messo a segno un rallentamento ad agosto nel primo calo annuale da quando la BoJ ha varato il suo programma di stimolo oltre due anni fa.