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La giornata è iniziata con un tono cauto in Asia

La giornata è iniziata con un tono cauto in Asia. Sicuramente l’orrendo attentato a Manchester è un fattore negativo per il sentiment, ma l’impatto non è ben quantificabile, al di la di perdite modeste per gli asset UK (Gilt, Sterlina e future FTSE 100). La debolezza del $ ha nuovamente bagnato le polveri a Tokyo, alle prese con un PMI manifatturiero flash di maggio non granchè brillante (52 da prec 52.7). La parte emergente dell’Asia sembra stranamente indifferente alla debolezza del biglietto verde, a cominciare da Shanghai che chiude ancora in calo. Il Chinext, indice che raccoglie le small caps (principalmente tecnologici) ha chiuso ai minimi dal 2015, ed è giù del 10% da inizio anno. Difficile dire se la preferenza per le big caps sia un sintomo di liquidità in calo, oppure rifletta un effettiva sofferenza delle piccole aziende, maggiormente indebitate e dipendenti dal credito bancario.

L’Europa ha aperto col medesimo tono cauto, ma la cautela è stata spazzata via dai PMI Flash di maggio, che in aggregato si sono mantenuti sui massimi da 6 anni (composite Eurozone a 56.8 invariato rispetto a aprile, vs attese per 56.7). In miglioramento il manifatturiero, trainato dalla Germania (59.4 da prec 58.2 e vs attese per 58) mentre nei servizi, in marginale assestamento a livello Eurozone, è la Francia a guidare (58 da prec 56.7 e vs attese di invariato). In assenza dei dettagli, il confronto tra i dati tedesco e francese con quello Europeo mostra che la crescita dell’attività si è un po’ ridimensionata nel resto d’Europa, pur restando nei pressi dei massimi. Markit (NasdaqGS: MRKT - notizie) segnala che i prezzi di vendita mostrano ancora rilevanti pressioni al rialzo, ma gli incrementi degli imput prices si stanno ridimensionando e il sottoindice è ai minimi da 5 mesi. Anche il sottoindice dei new orders ha ripiegato leggermente, sui minimi da 4 mesi, ma a 55.5 si trova ancora ad un livello elevato.

Il quadro è stato rafforzato dall’IFO tedesco di maggio, a sua volta significativamente sopra attese (114.6 da prec 113 e vs attese per 113.1).

Personalmente, visti i livelli eccezionalmente elevati (per l’Eurozone) degli indici, e il tono un po’ meno entusiasta che i medesimi indici mostrano in altre parti del mondo (Cina, Giappone, US) da 1 o 2 mesi, non mi sarei stupito di una correzione da parte dei PMI odierni. Ma nemmeno questi risultati mi lasciano particolarmente sorpreso. Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) breve le elezioni francesi si son portate via i residui di rischio politico e una tenuta del sentiment in Eurozone è pienamente comprensibile.

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In ogni caso, l’azionario continentale ne ha approfittato per recuperare terreno, l’€ è tornato rapidamente sui massimi e i rendimenti tedeschi hanno mostrato una tendenza al rialzo, mentre i principali spread periferici hanno continuato a contrarsi in linea con quanto mostrato i giorni scorsi.

Meno scintillante, come di recente, la messe di dati in US.

  • Il PMI flash composite US di maggio ha mostrato un rimbalzo di 0.7 punti a 53.9, favorito da un accelerazione del PMI servizi (54 da 53.1 vs attese per 53.3) a fronte di un manifatturiero deludente (52.5 da prec 52.8 e vs attese per 53). Tra le good news abbiamo i new orders ai massimi dell’anno, e la forza dei servizi grazie alla domanda interna. Meno incoraggiante il calo di domanda estera che ha spinto la crescita del manifatturiero ai minimi da settembre.

  • Delusione dalle new home sales di aprile a -11,4% da marzo vs attese per -1.8%. A mitigare la negatività robuste revisioni ai mesi precedenti, che in pratica compensano il calo. Ma il momentum sembra scemare.

Infine il Richmond Fed manufacturing di maggio ha clamorosamente deluso, passando da 20 a 1 vs attese per 15. Dei primi 3 indici regionali usciti, Empire NY e Richmond hanno mostrato pesanti cali, e il Philly Fed ha fracassato le stime. Poveri noi che dobbiamo interpretare questi dati.

Wall Street, incurante dei dati, ha ripreso a macinare, giungendo a recuperare interamente il calo di mercoledi scorso. Dopodichè, toccati i 2400 di S&P 500, ha apparentemente “sentito” ancora una volta il livello, prendendo fiato.

In una giornata in cui i dati europei hanno scintillato e quelli US sono usciti nella migliore delle ipotesi misti (e Shaeuble ha pensato bene di ribadire che l’€ è troppo basso) è interessante notare che in chiusura il Dollaro recupera l’iniziale debolezza e l’€ corregge un po’. Eventualmente, la divisa unica comincia a risentire del positioning (vedi lampi di ieri), dell’ipercomprato, e della possibilità che il mercato dei tassi US vada a prezzare uno scenario un po’ più simile a quello della FED. Tra l’altro, domani escono le minute dello scorso FOMC. Vedremo che impatto avranno su divisa e tassi US.

Autore: Giuseppe Sersale Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online