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Giornata interlocutoria sui mercati

Giornata interlocutoria sui mercati con pochi asset in grado di trovare una direzione precisa. Tra le eccezioni, mettiamo il FTSE 100, in grado di eguagliare il record di sedute positive consecutive (11), grazie alla sterlina debole (argomento su cui mi sono già espresso ieri), e presumibilmente Wall Street, che appare intenzionata a fare un altro tentativo a Dow 20.000.

In Asia, Tokyo ha riaperto in ritracciamento, dovendo prezzare uno yen in rafforzamento sul $. Moderatamente negativi i mercati locali cinesi, nonostante il PPI, da molti a ragione indicato come la principale forza reflazionaria globale, abbia sorpreso clamorosamente al rialzo in Dicembre (5.5% anno su anno da precedente 3.3% e vs attese per 4.6%). Naturalmente, la salita dei prezzi delle commodities costituisce il driver principale del movimento, come mostra il grafico courtesy of Deutsche Bank (IOB: 0H7D.IL - notizie) , in cui è indicata anche la futura evoluzione nel caso le commodities si stabilizzino su questi livelli.

Chiaramente questo è un monito per la sostenibilità delle attese di reflazione globale maturate di recente. Ma è anche vero che l’economia cinese al momento sta tirando (vedi Li Kequiang index pubblicato giorni fa) e la domanda di commodities non sembra debba sparire da un giorno all’altro. Diciamo che ci si guarda tra 1 o 2 mesi, quando gli effetti base inizieranno a mordere. Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) frattempo, la PBOC ha allentato la morsa sui tassi a breve, e lo yuan offshore si è ulteriormente normalizzato. Quanto prima che ricominciamo a parlare di svalutazione? Le autorità hanno ulteriormente irrigidito i controlli sui capitali, per cui anche qui aspettiamo e vediamo.

La seduta europea è iniziata con il tono consolidativo di ieri, e il rafforzamento dell’€ ad alimentare l’incertezza. Mancano ancora un po’ di giorni al 19 Gennaio, ma in giro ci si chiede come Draghi potrà evitare un tono un po’ più aggressivo, visti i dati. Il dato di oggi è una produzione industriale francese di novembre assai sopra attese.

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A risollevare le sorti del biglietto verde ci ha pensato il miglior dato di fiducia delle piccole aziende US dal 2004. Lo small business optimism ha stracciato le stime (105.8 da prec 98.4 e vs attese per 99.5) grazie un balzo di 38 punti percentuali (da 12% a 50%) del numero di titolari che si aspettano migliori business conditions. Davvero un esplosione di confidence. Difficile, peraltro, non connetterla con l’Elezione di Trump. Gli analisti di Bloomberg hanno notato che, storicamente, le piccole aziende tendono a risultare più ottimiste (e di fatto a sovrastimare le condizioni macro) durante i periodi di Presidenti Repubblicani. Detto questo, si tratta di un balzo eccezionale.

A proposito di Trump. grande appuntamento domani con la sua conferenza stampa alle 17 italiane.

Stranamente, la buona vena di Wall Street non ha offerto molto supporto agli indici europei, che hanno concluso la giornata poco mossi. Un po’ meglio degli altri Milano, che però ieri aveva perso il quadruplo degli altri. Curioso il movimento, tra i periferici, del Btp, che ha recuperato ulteriore terreno contro Bund in mattinata per poi cederlo ne pomeriggio , con un sentiment migliore su azionario. Ma domani potremmo avere la pronuncia della Corte Costituzionale sul Referendum per il Jobs Act. E dopodomani abbiamo le aste BTPS, con emissioni di 7.25 bln tra 3, 5 e 7 anni.

Nei prossimi giorni prende vita l’earning season US. Naturale che dopo un rally del genere, ci sia parecchia trepidazione per vedere se i numeri confermeranno le brillanti attese. Gli analisti di Citigroup (NYSE: C - notizie) osservano come le revisioni degli analisti, in costante miglioramento nelle ultime settimne del 2016, si siano bruscamente girate nel 2017, con quelle positive scese sotto il 50% del totale, con un solo settore (energy) a mostrare un trend positivo.

Il calo non dovrebbe riflettere altro che il tentativo di gestire le aspettative da parte dei Ceo. Se non altro questo abbassa l’asticella da superare per le trimestrali in aggregato. Peraltro, non sembra che il mercato se ne sia dato per inteso, a giudicare dalla precedente price action. Dal punto settoriale, le attese sul settore bancario sono davvero alle stelle, il che rappresenta una sfida per i risultati: eventuali stecche saranno punite. Naturalmente, saranno assai rilevanti le guidances date dai Ceo per l’anno in corso. Sarà particolarmente interessante vedere che peso i Ceo daranno al rafforzamento della divisa e al rialzo dei tassi, e quanto affidamento fanno sulle politiche economiche di Trump.

Autore: Giuseppe Sersale Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online