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Giornata mondiale contro l’Aids: i dati sulla diffusione del virus

Domenica 1 dicembre si celebra la giornata mondiale contro l’Aids, una malattia che dal 1982 ad oggi ha mietuto oltre 35 milioni di vittime in tutto il mondo. Diverse le manifestazioni in tutta Italia, a Roma il Colosseo sarà illuminato di rosso, colore simbolo della lotta contro l’Aids. Il via all’evento sarà dato dal Ministro della Salute, Roberto Speranza, con l’accensione dei fari alle 17.30 che illumineranno la facciata del monumento che dà su via dei Fori Imperiali, con la proiezione del logo “Stop Aids”.

Ma oggi, a 37 anni di distanza dall’epidemia che ha fatto conoscere il virus in tutto il pianeta, quali sono i dati sulla malattia? Secondo quanto reso noto da Epicentro, il portale di epidemiologia dell'Istituto superiore di sanità (Iss), nel 2018 sono 2.847 le nuove diagnosi di infezione da Hiv registrate in Italia, pari a 4,7 nuovi casi per 100mila residenti. Numeri in deciso calo rispetto ai 5,7 casi registrati nel 2017.

L'incidenza maggiore di infezione da Hiv è nella fascia di età tra i 25 e i 29 anni e la principale modalità di trasmissione rimane quella dei rapporti sessuali non protetti. L’infezione da Hiv negli ultimi anni è diminuita lievemente in Italia, con un calo a livello nazionale del 18% rispetto ai 3.443 casi registrati nel 2017.

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Aids, i dati in Italia ed Europa

Tra le regioni con un numero di abitanti superiore al milione e mezzo le incidenze più alte sono state registrate in Toscana, Lazio e Liguria mentre le persone che hanno scoperto di essere positive al virus Hiv nel 2018 sono maschi nel 85,6% dei casi. L'età media è di 39 anni per i maschi e 38 anni per le donne.

L'Italia si pone appena al di sotto della media europea dove si registrano 5,3 contagi ogni 100mila abitanti. Nel 2018 sono stati 26mila in nuovi casi nell'Ue. In Europa i paesi con più diagnosi sono Lettonia e Malta, con 16,9 e 15,3 casi positivi ogni 100mila abitanti, mentre Slovacchia e Slovenia hanno riportato rispettivamente 1,9 e 1,7 nuove diagnosi per 100mila abitanti.

Secondo il rapporto Ecdc (European Centre for Disease Prevention and Control), il 14% di chi è infetto non sa di esserlo, e il 64% delle diagnosi tardive arriva dopo i 50 anni. In Italia, secondo l’Iss, il 57,1% delle nuove diagnosi di Hiv sono state diagnosticate in fase avanzata di malattia.

Una persona su tre ha eseguito il test per la presenza di sintomi sospetti, il 14,4% in seguito a un comportamento a rischio, l’11,3% in seguito a controlli per altre patologie, il 9,8% per iniziative di screening o campagne informative, il 9,7% per rapporti sessuali non protetti e il 4% per diagnosi o sospetta infezione sessualmente trasmessa.

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Sono state 3.235 le nuove diagnosi di Aids segnalate nell’Ue, di cui il 72% è stata fatta entro 90 giorni da quella di sieropositività, un ulteriore segno del ritardo con cui si accede ai test. In Italia dall'inizio dell'epidemia, nel 1982, sono stati segnalati 70.567 casi di Aids, con oltre 45mila decessi. Nel 2018 sono stati diagnosticati 661 nuovi casi pari a un'incidenza di 1,1 nuovi casi per 100mila residenti in lieve costante diminuzione.