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Giornata risparmio, cade ottimismo, inflazione riduce risparmi - indagine Acri-Ipsos

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MILANO (Reuters) - Oltre un terzo degli italiani pensa che nei prossimi 12 mesi sarà molto più difficile risparmiare a causa degli effetti dell'inflazione e le preoccupazioni sull'andamento nell'economia, in un clima di generale difficoltà a livello internazionale che vede l'Italia in una posizione più debole.

Sono questi alcuni dei risultati dell'indagine sul risparmio condotta da Ipsos per l'Acri e presentata, come ogni anno, alla vigilia della Giornata Mondiale del Risparmio.

Dopo la ventata di ottimismo dell'anno scorso grazie alla campagna vaccinale e al controllo della pandemia, al recupero dell'economia e alla prospettiva degli aiuti europei, nel corso del 2022 gli italiani sono stati investiti da un'ondata di forte pessimismo con una fiducia per il clima economico nel paese tornata a livelli analoghi al 2020.

Il conflitto in Ucraina e la spirale inflazionistica, con i forti rischi di recessione, hanno determinato una situazione nuova e fuori controllo. Quest'anno solo il 26% degli italiani si dice ottimista contro il 50% dell'anno scorso.

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Si è dunque tornati ad una situazione, secondo quanto emerge dal sondaggio, in cui più della metà degli italiani lamenta una generale difficoltà a mantenere il tenore di vita in linea con quello dei due o tre anni precedenti, e in alcuni casi le difficoltà risultano più gravi.

In questo quadro il risparmio, in quanto fonte di tranquillità rispetto all'attuale situazione economica, rimane una priorità per le famiglie italiane ma l'impatto dell'inflazione comincia a farsi sentire.

L'aumento dei prezzi sta infatti riducendo i risparmi cumulati, perché per mantenere i consumi molti italiani hanno fatto ricorso alle proprie riserve o a prestiti. Le famiglie in grado di far fronte con mezzi propri a situazioni di difficoltà diminuiscono: il 39% potrebbe affrontare con serenità una spesa imprevista di 10.000 euro, il 75% una di 1.000.

In questo scenario incerto l'Unione Europa continua ad essere vista con favore e con fiducia nelle scelte che verranno prese. Una eventuale uscita dalla Ue sarebbe un grave errore per il 69% degli italiani.

(Andrea Mandalà, editing Stefano Bernabei)