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Cos’è lo sciopero dei social network previsto per il 4 e 5 luglio

[Getty]
[Getty]

Giovedì 4 e venerdì 5 luglio ci sarà sciopero. Non nei trasporti, e nemmeno un blocco generale per ragioni politiche. Sarà uno sciopero del tutto nuovo, di marca digitale: l’astensione degli utenti dall’uso dei social network. A proclamarlo, e a sperare in un numero il più alto possibile di adesioni, è Larry Sanger, co-fondatore di Wikipedia. Il suo intento è promuovere un sistema più trasparente dell’attuale in tema di privacy. Sanger vuole che le multinazionali, che traggono profitto dalla presenza degli utenti sui propri server, rimettano nelle mani di degli utenti medesimi il controllo delle proprie informazioni.

La strada scelta da Sanger per tenere desta l’attenzione sulla privacy e sulle sue implicazioni è singolare. Secondo la logica ordinaria, i chiamati all’astensione dal lavoro avrebbero dovuto essere i lavoratori delle realtà online, per provocare disagi agli utenti. Invece, si chiede a questi ultimi di non fare nulla sui social network per 48 ore. La speranza del co-fondatore di Wikipedia è che i social fermi (o quasi) attirino l’attenzione di chi è ignaro della questione, in modo che ne comprenda gli aspetti cruciali. Inoltre, Sanger spera che l’inattività impatti su un minor accesso a contenuti pubblicitari, e che il calo di click si traduca in un calo di profitto.

Quel che si chiede agli utenti è dunque di non postare, non commentare, non agire in alcun modo sui social, se non con un unico post in cui appaia l’hashtag #SocialMediaStrike e si specifichi che l'assenza dalle pagine di Facebook, Instagram, Twitter e compagnia è legato allo sciopero in corso. Sanger si rivolge poi a un profilo di manifestante piuttosto generico, per cercare di coinvolgere quante più persone possibili. L’astensione è attesa da parte di "chiunque abbia delle rimostranze da fare nei confronti dei social network, che si tratti di privacy, libertà di parola o qualunque altra cosa".

Se il profilo dell’utente scioperante è generico, lo scopo dell’iniziativa è decisamente specifico: dire a chiare lettere alle multinazionali e ai governi che il sistema dei social network va decentralizzato, e che è necessario che ciascun utente resti proprietario delle informazioni che pubblica. Ciò è quel che accade per le email, per gli articoli sui blog e per gli sms; non, invece, per i contenuti che appaiono sui social. Sanger chiede poi che contenuti e messaggi si possano spostare liberamente da un social all'altro, e che i gestori dei servizi utilizzino standard di comunicazione aperti. Il promotore va quindi a toccare il delicatissimo e cruciale tema della neutralità della rete, auspicando un nuovo sistema che non costringa gli utenti a restare legati ai colossi del web per sempre, pena la perdita dei contenuti pubblicati.