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Giro di boa prima delle feste: i protagonisti a Piazza Affari

Clima prefestivo che condiziona l’andamento di Piazza Affari; il listino milanese mantiene inalterato un certo ottimismo per tutta la mattinata visto che intorno alle 10.30 il saldo registra un vantaggio dello 0,8%.

La situazione della mattinata

Ottimismo che nasce per lo più dal salvataggio di Banca Mps (Amsterdam: BJ6.AS - notizie) ad opera dello Stato dopo il fallimento della ricapitalizzazione, ma è proprio grazie a questo salvataggio che tutto il settore bancario viene trascinato in un vortice di positività da cui Unicredit (EUREX: DE000A163206.EX - notizie) e Carige sono i primi a trarne vantaggio con un risultato che a metà mattinata vedeva un +1,7% per la prima e un +5% per la seconda. In tutto questo alle 13 il risultato della mattinata per Piazza Affari è di +0,95% praticamente stabile rispetto alla rilevazione di metà mattinata, mentre il resto del Vecchio Continente vede, sempre intorno alle 13, un andamento in ordine sparso per quanto orientato ad aleggiare sulla parità con il Ftse 100 a -0,06%, il Dax, suo perfetto specualre a +0,06% e il Cac 40 non troppo distante a +0,04%.

I protagonisti

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Andando oltre il caso MPS (BSE: MPSLTD.BO - notizie) , u no sguardo alle altre banche fa risaltare il titolo di Unicredit, nuovo oggetto del desiderio per il fondo di investimento del Qatar, lo stesso che, dopo aver detto addio a Mps a causa delle troppe incertezze all’orizzonte, sembra volgere la sua attenzione alla prima banca italiana, anch’essa al centro di una complessa manovra di ricapitalizzazione da 13 miliardi che vedrà la sua approvazione ufficiale durante l’assemblea del 12 gennaio. Notizia di oggi, la comunicazione del team di banche che affiancheranno Unicredit nell’operazione in qualità di joint bookrunner. In questo caso si parla di Banca Imi, Banco Santander (Amsterdam: 817651.AS - notizie) , Barclays (Londra: BARC.L - notizie) , Bbva (Londra: 931474.L - notizie) , Bnp Paribas (Londra: 0HB5.L - notizie) , Commerzbank (Londra: 21170377.L - notizie) , Crédit Agricole Cib, Natixis (Londra: 0IHK.L - notizie) e Société Générale, mentre Morgan Stanley (Xetra: 885836 - notizie) e Ubs (Londra: 0QNR.L - notizie) saranno structuring advisor e Bank of America Merrill Lynch, JP Morgan e Mediobanca (Milano: MB.MI - notizie) rivestiranno il ruolo di joint global coordinator e di joint bookrunner. Concludono l’elenco anche Citigroup (NYSE: C - notizie) , Credit Suisse (IOB: 0QP5.IL - notizie) , Deutsche Bank (IOB: 0H7D.IL - notizie) , Goldman Sachs International e Hsbc in qualità di co-global coordinator e di joint bookrunner si registrano numerosi protagonisti.

Telecom e Mediaset (Londra: 0NE1.L - notizie)

Primo fra tutti Telecom che entra di prepotenza nella vicenda Mediaset-Vivendi (Londra: 0IIF.L - notizie) . Stando a indiscrezioni di stampa ci sarebbe un piano del Governo per riuscire a contrastare la vendita del leader del settore delle telecomunicazioni ai francesi di Orange (Londra: 0OQV.L - notizie) . La Cassa Depositi e Prestiti sarebbe disposta ad entrare nell’azionariato per riuscire a pareggiare la quota di Vivendi del 24,5% e, di conseguenza, mettere Vincent Bollorè nella situazione di dover trattare sulle quote Mediaset, la società del Biscione in cui i francesi, ormai sono al limite del 30%. Numeri ala mano si parla di circa 2,5 miliardi che verrebbero messi dalla CdP, sebbene il ministero dello Sviluppo economico abbia fatto sapere per via del suo rappresentante di dicastero, Carlo Calenda, di non essere interessata a creare provvedimenti per intromettersi nelle azioni di Vivendi.

Intanto, proprio sul fronte Mediaset si parla di un possibili accordo tra le parti. A convincere il mercato su questa possibile opzione sarebbero proprio le cifra in mano ai due contendenti: poco meno del 30% per Vivendi, poco meno del 40% per Fininvest. troppo per portare la disputa sul piano della battaglia. Una disputa che ha permesso al titolo di guadagnare il 100% de proprio valore dall’inizio del mese e che ha dato alle azioni Mediaset un’inaspettata appetibilità, in forte aumento in caso di Opa ostile. Opzione che però, in questo caso, è tra quelle in declino, il che ha permesso di decretare uno stop alla corsa sul listino milanese.

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