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«Giustizia per Lavinia»: un gruppo Fb contro la prescrizione del processo alla maestra che la abbandonò

La foto del gruppo fb 'Giustizia per Lavinia' (Photo: Screenshot dal gruppo Fb 'Giustizia per Lavinia')
La foto del gruppo fb 'Giustizia per Lavinia' (Photo: Screenshot dal gruppo Fb 'Giustizia per Lavinia')

Una bambina di quattro anni e mezzo investita mentre gattonava sul selciato, mentre era all’asilo, ridotta allo stato neurovegetativo. L’inizio delle indagini e la contestazione del pm del reato di abbandono del minore o incapace nei confronti della maestra incaricata della sorveglianza. Le prime udienze processuali ma ancora niente. Dal 7 agosto 2018, quando è avvenuto l’incidente, a oggi i genitori di questa bambina, Massimo Montebove e Lara Liotta, funzionari delle forze dell’ordine, ancora non hanno ottenuto giustizia. Da tre anni (due con il Covid) aspettavo una risposta con il timore che tutto finisca in prescrizione. È per questo che hanno deciso di affidarsi alla rete, nelle speranza che moltiplichi i loro appelli. Hanno fondato il gruppo Facebook “Giustizia per Lavinia”.

Il 7 agosto 2018 Lavinia aveva un anno e mezzo e sta all’asilo di Velletri, La fattoria di mamma Cocca. Le maestre si trovavano nel parcheggio dell’asilo al rientro da una pausa. Una Bmw attraversa l’area e investe la bimba mentre gattona sul selciato. Un colpo alla testa che renderà impossibili i soccorsi e getterà la bambina in uno stato neurovegetativo. L’indagine del pm Giovanni Taglialatela si conclude un anno dopo con la contestazione del reato di abbandono di minore o incapace (articolo 591 del codice penale) nei confronti di Francesca Rocca, la maestra dell’asilo. La macchina della giustizia nel frattempo rallenta a causa della pandemia così il tribunale fissa una serie di udienze distanti tra loro. La prossima prevista per marzo 2022 in cui verranno ascoltati 30 testimoni. Per l’avvocatessa dei genitori, però, dati i tempi potrebbe scattare la prescrizione in secondo grado. Da qui nasce il gruppo Facebook mentre Lavinia è tenuta in vita da un saturimetro, un respiratore, la pompa dell’acqua e un aspiratore che raccoglie le secrezioni. Mamma Lara dice:

“Affidare i figli a qualcuno mentre si lavora è fare un atto di fede: avere fiducia in chi se ne occuperà sperando che almeno in minima parte lo faccia come faresti tu. Quello che è accaduto parla di una grave incapacità di assumersi qualunque tipo di responsabilità da parte di chi doveva vigilare su Lavinia e non l’ha fatto. Si doveva custodire una bimba in età da asilo nido e quella maestra non è riuscita a farla arrivare sana neppure all’età dell’infanzia. Non credo servano altri commenti”.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.