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Il giusto mix tra rendimento, rischio e protezione

Il prolungato periodo di bassi tassi di interesse, l’aumento della volatilità sui mercati, con conseguenti shock più frequenti, e le nuove normative europee, prima fra tutte Solvency II impongono una revisione degli strumenti per monitorare e gestire il rischio.

Secondo l’indagine RiskMonitor di Allianz Global Investors (realizzata nel primo trimestre 2016 tra 755 investitori istituzionali in nord America, Europa e Asia), due terzi degli intervistati chiedono strategie innovative, in grado di offrire il migliore equilibrio nel rapporto rischio-rendimento e di fornire una maggiore protezione contro i ribassi.

Rischio di credito e azionario
I bassi o negativi rendimenti degli asset cosiddetti risk-free, come i titoli di stato tedeschi, rappresentano la sfida maggiore per gli investitori, soprattutto in Europa, Italia compresa. Il rischio di credito è quello che non fa dormire sonni tranquilli agli operatori del Vecchio continente, mentre nel resto del mondo le maggiori preoccupazioni riguardano i mercati azionari.

“L’Europa fa i conti con Brexit e le difficoltà del sistema bancario italiano”, spiega Irshaad Ahmad, Head of Institutional Europe di Allianz Global Investors. “Per queste ragioni, c’è un maggior focus sul credito, anche per il peso che le obbligazioni hanno nei portafogli dei fondi pensione e delle istituzioni finanziarie”.

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Breve e lungo periodo
Solvency II, poi, impone alle imprese assicurative nuovi obblighi di trasparenza, controllo e gestione dei rischi. “La regolamentazione richiede una valutazione più frequente degli asset”, spiega Ahmad, “per questa ragione, la volatilità di breve termine diventa importante, anche per prodotti, come quelli previdenziali, che hanno un orizzonte di lungo periodo”.

In questo contesto, dicono gli investitori, è difficile raggiungere gli obiettivi di investimento e contemporaneamente garantire il giusto equilibrio tra rischio e protezione del capitale. Ad esempio, in alternativa ai titoli governativi, si potrebbero acquistare azioni o obbligazioni high yield, ma bisogna mettere in conto la maggior volatilità, in un caso, e le probabilità di default nell’altro.

I tanti fattori del rischio azionario
Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) suo nuovo modello di valutazione dei rischi, Morningstar (NasdaqGS: MORN - notizie) ha individuato 36 fattori che possono influire sul rendimento di un investimento azionario. Oltre a elementi come la liquidità, il momentum, la dimensione aziendale, la volatilità e l’orientamento al valore o alla crescita, il modello considera una serie di dati proprietari, quali l’Economic moat (ossia il vantaggio competitivo di un’azienda), la salute finanziaria, la sua popolarità nei portafogli dei fondi (ownership popularity), la presenza in fondi con un elevato profilo di rischio (ownership risk) e le valutazioni in relazione alle stime quantitative sul fair value elaborate da Morningstar. Inoltre, l’analisi prende in considerazione l’esposizione settoriale, geografica e valutaria (per approfondimenti sulla metodologia, clicca qui).

Strategie anti-crisi
La maggior parte degli investitori, secondo l’indagine RiskMonitor, considera inadeguate le strategie usate prima e durante la crisi del 2007-08 per proteggere dalla discesa dei mercati ed è alla ricerca di alternative. “Recuperare le perdite sta diventando un compito sempre più difficile”, dice Ahmad. “Non è detto che dopo un anno si riesca a risalire la china. Per questo, molti investitori sono disponibili a rinunciare a una parte del rendimento per avere più protezione. E’ vero, però, che il guadagno (gain) non arriva se prima non sperimenti un po’ di sofferenza (pain)”.